a Liegi i senzatetto possono contare su sentinelle di strada

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Sono le 19 quando Francine, Lucien, Jordane e Fabienne, volontarie per la serata, iniziano la loro razzia. La prima fermata è per Christophe, 49 anni, che vive per strada da due anni e mezzo. Laureato in economia, parla con disinvoltura di politica e finanza pubblica, ma la sua vita è stata sconvolta dopo la morte della madre.

“Ho avuto un incidente nella mia vita: la morte di mia madre. Ho perso un po’ l’orientamento perché mi sono sempre preso cura di lei”confida.

Ho imparato a comprendere le persone e la società in modo diverso

Nonostante riceva un reddito di integrazione sociale di 1.288 euro, Christophe fatica a trovare un alloggio. “Molti proprietari non lo considerano reddito, quindi c’è molta discriminazione.”

Nonostante tutto, Christophe mantiene una prospettiva diversa sulla sua situazione: “Ho scoperto un mondo diverso, ho imparato a capire le persone e la società in modo diverso.”

Pascal, otto anni per strada

Poco più avanti i volontari trovano Pascal, che dorme all’ingresso di un parcheggio dove è tollerato da anni. Vittima di un incendio doloso, ha perso tutto e da otto anni vive fuori casa. “C’era uno stronzo che mi ha dato fuoco a casa e mi sono ritrovata per strada”spiega.

Pascal rifiuta i centri notturni, che considera pericolosi: “Non ci vado mai, ci sono tanti spacciatori”. Privato del reddito di integrazione sociale dopo un periodo in prigione, sopravvive come mendicante. “Se non ci fossero state le sentinelle sarei morto”confida l’uomo, grato.

Un disagio particolare

Tra i senzatetto ci sono anche le donne. Bambina, 26 anni, ha perso il lavoro in un ristorante e non poteva contare sul sostegno della famiglia.

Non ho più le forze per tutto questo, sono stufo

“I miei genitori non volevano riprendermi e sono finito qui. All’inizio pensi che siano soldi facili, ma dopo non funziona più. Non ho più la forza per tutto questo, ne ho abbastanza fino a qui”spiega, singhiozzando nella voce.

Per Francine, una delle sentinelle, queste situazioni sono particolarmente dolorose: “Quando vedo Bambina e la sento, mi viene da piangere. Ma dobbiamo andare avanti e sostenerli senza giudicarli”.

Connessioni umane essenziali

Le incursioni non riguardano solo la distribuzione di pane tostato o bevande calde. Per i volontari il vero obiettivo è creare connessioni umane. “I toast sono una scusa”spiega Lucien Creppe, collega di Francine. “Ciò che conta è lo scambio. Quando li lasciamo ci dicono sempre: “Abbi cura di te”. Ciò dimostra quanto sia preziosa questa connessione”.

Siamo un po’ come una piccola famiglia

In effetti, la solidarietà è spesso ciò che permette ai senzatetto di resistere. Christophe lo conferma: “Qui alla stazione ci aiutiamo a vicenda. Siamo un po’ come una piccola famiglia”.

Una situazione sempre più preoccupante

Per Francine la situazione diventa sempre più complessa. “Ci sono molti problemi di dipendenza, ma anche persone che sono molto sole o hanno disturbi mentali. A volte siamo impotenti di fronte a situazioni in cui le persone sono in pericolo o mettono in pericolo gli altri”dice.

Nonostante le difficoltà, queste scorrerie restano un prezioso sostegno per i senzatetto, offrendo loro un po’ di calore umano in una vita segnata dalla precarietà. Dietro ogni incontro ci sono storie di vita stravolta, ma anche gesti di solidarietà che, per molti, fanno la differenza.

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