Il Paris ribalta tutto in una partita davvero pazzesca

Il Paris ribalta tutto in una partita davvero pazzesca
Il Paris ribalta tutto in una partita davvero pazzesca
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Anche se si è avvicinato al suo obiettivo, nessuno conosce ancora il destino del PSG in questa nuova formula di Champions League ma lui ha trovato un metodo, il brio, e un organo per condurlo lì, il cuore. Sotto 0-2 nella ripresa perché aveva dimenticato del tutto i suoi atteggiamenti difensivi, girandosi su se stesso ma soprattutto a testa in giù, si è ripreso in partita con carattere, midollo, caratteristiche che non lo abbandonano mai, anche quando non lo fa. sbuffare in una grande notte.

Il suo pessimo inizio di ripresa ha portato a un capolavoro di rivolta e potenza, come un rullo compressore spinto da una frustrazione insostenibile. Tre gol emersi dalla notte parigina, sotto la pioggia battente, scattano come stelle che si allineano e ti trasportano in un mondo da sogno. Ousmane Dembélé agente provocatore, Bradley Barcola poi João Neves a 20 anni e Gonçalo Ramos hanno sferrato il colpo a un Manchester City che sprofonda nel dolore e negli incubi. I Citizens conducono 2-0 e restano a 8 punti, in zona pericolosa anche se l’accoglienza del Bruges tra una settimana li lascia con un mondo di speranze e possibilità.

La frustrazione, dunque, stava divorando il PSG dopo questo 0-2 arrivato in tre minuti (50esimo e 53esimo), l’ha espulsa con una gioiosa follia, un senso di rimonta degno delle grandi serate europee, in un Parco dei Principi a nuovi tempi in trance. Non potrà mai uscire da un recinto con questa risonanza e questi ricordi, compreso quello del 22 gennaio 2025, ormai parte del patrimonio. Ha il livello della C1 e dei big match.

Commetterebbe l’imperdonabile errore di non qualificarsi per gli spareggi la prossima settimana lasciando che lo Stoccarda gli rubi questo piacere in Germania. Ciò che ha dimostrato nella sua capacità di reazione e nel suo fuoco offensivo sotto la guida di Ousmane Dembélé merita uno sbocco, un seguito, un prolungamento. Devi far durare il piacere. Navigare su quest’onda che ha permesso di salire di due gol quando la speranza se n’era andata a letto tranquillamente e senza preavviso.

C’è anche da dire che il Manchester City si è ritrovato due gol di vantaggio senza sapere bene il perché, spinto in svantaggio dagli errori della difesa parigina. Ma il primo atto, fino all’intervallo, aveva instaurato un senso di superiorità per il PSG, a partita inoltrata, unendo intensità, buone disposizioni offensive, varietà di azioni. Nell’ultimo gesto è mancato solo talento e creatività in più, come dall’inizio della competizione europea. La squadra di Luis Enrique resta quel coltello che taglia senza decidere, che va al nocciolo della questione ma non fallisce.

O non abbastanza. Sapendo, ma era scontato, che con Ousmane Dembélé sarà sempre più pericolosa di Kang-In Lee, colpevole ad esempio prima dell’intervallo di aver fatto un tocco di troppo per lanciare Nuno Mendes per un gol di Achraf Hakimi logicamente cancellato dall’analisi del video. Ma lo scenario scelto dal PSG, un po’ dozzinale poi davvero sublime, è decisamente migliore e si colloca tra le maggiori date europee del Parco.

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