Portare una coreografia al collegio Georges-Brassens du Rheu (Ille-et-Vilaine), per due classi da 3eper introdurre una lezione di storia, è una bella idea
riassumono Sébastien Desloges, direttore, e Marianne Brault, responsabile della comunicazione del centro culturale Agora. L’evento è stato reso possibile grazie alla partnership con il festival Waterproof, l’associazione Danse à tous les Stages, il college e Betty Tchomanga, autrice di Histoire(s) décoloniale(s)
spiegano.
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“Io sono quello bianco”
Con questo concetto, l’artista franco-camerunese, continua a lavorare attorno a storie e storie che collegano l’Occidente e l’Africa
. Quattro ritratti compongono questi decoloniali
. Emma Tricard ne interpreta uno: Sono l’unico bianco.
Questo lunedì pomeriggio, questo “ballerino, coreografo e conversatore” si precipita, con il suo zaino musicale, tra gli studenti davanti all’aula ufficio, trasformata per l’occasione in una sala per spettacoli.
Vestito con una graziosa tuta con la mappa del mondo, l’artista racconta, sul piccolo palco improvvisato, molto dello spettacolare percorso
che seguirà, in collegamento con il programma di storia.
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“Decostruire il nostro sguardo”
Nel corso della sua performance coreografica, scandita da musica, date, lampi di una storia di un passato coloniale e di schiavitù transatlantico (1492-1849). “Cosa ereditiamo oggi? » Nella sua pièce teatrale, Emma Tricard invita gli studenti delle scuole medie a partecipare: Guarda là alle mie spalle, vedi l’isola di fronte al Camerun? No…
Isola di Sao Tomé, ex colonia portoghese con la sua canna da zucchero
.
Perché tornare al passato? Dobbiamo tracciare il filo della nostra storia, quale eco ancora oggi?
risponde agli studenti affascinati, alla fine dello spettacolo. Come bianchi, dobbiamo cambiare la nostra prospettiva.