L’Europa in subbuglio prima dei Giochi di Parigi

L’Europa in subbuglio prima dei Giochi di Parigi
L’Europa in subbuglio prima dei Giochi di Parigi
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L’irruzione a breve o medio termine sul mercato europeo della potente NBA, chiaramente ambiziosa dai suoi vertici presenti questa settimana a Parigi, sta scuotendo il microcosmo cestistico del Vecchio Continente, anche se i suoi contorni sono ancora molto vaghi.

“Quando i ragazzi di 130 chili dicono certe cose, i ragazzi di 60 chili le ascoltano”, fatto dire Michel Audiard a Jean-Paul Belmondo nel film “Centomila dollari al sole”.

E quando la NBA, che dalla stagione 2025-2026 dispone di 76 miliardi di dollari (circa 73 miliardi di euro) in diritti televisivi (fino al 2036), avanza le sue pedine in Europa, si agita.

IL “commissario“della lega, Adamo Argentoin sei mesi ha raramente perso l’occasione di sottolineare il suo desiderio di mettere piede in Europa al di là delle partite della stagione regolare che organizza ogni anno a Parigi dal 2020.

Compresi due giovedì e sabato a Bercy, tra i San Antonio Spurs Victor Wembanyamagià una delle stelle della Lega e degli Indiana Pacers.

Presente a Lille in agosto durante i Giochi Olimpici, Adamo Argento menzionato “la voglia dei proprietari di franchising di investire di più nel basket mondiale”.

“Non esiste un piano specifico al momento per quanto riguarda l’Europa, a parte il fatto che siamo d’accordo nel considerare attentamente questa opportunità”, ha dichiarato nuovamente a settembre.

E il boss della NBA ha aggiunto: “Penso che ci sia consenso sul fatto che il livello di interesse per il basket in Europa non sia proporzionale alle sue attività commerciali”.

Il denaro, il nervo della guerra

È il caso in particolare dell’Eurolega, una competizione privata e quasi chiusa creata nel 2000 dai maggiori club europei, che sono usciti dall’ovile della Fiba (Federazione Internazionale) in gran parte proprio per aumentare le proprie entrate.

Un quarto di secolo dopo, brilla per interesse sportivo ma la stragrande maggioranza dei suoi partecipanti perde denaro: ad esempio 20,8 milioni di euro per il Real Madrid nella stagione 2023-2024, secondo i media specializzati.

La colpa in particolare è dei diritti televisivi quasi inesistenti, nonostante il contratto siglato con l’agenzia di marketing IMG, rinnovato due settimane fa fino al termine della stagione 2035-2036, a più di un anno dalla sua fine.

Difficile vedere questa come una semplice coincidenza, un mese dopo che l’Eurolega ha deciso di organizzare la prossima Final Four (23-25 ​​maggio) ad Abu Dhabi, la prima fuori dall’Europa. A fronte di un assegno di diverse decine di milioni di euro, secondo i media specializzati, e per trovare driver di crescita verso un mercato (quello del Medio Oriente) su cui la Nba ha già investito (i pre-season).

“È bello avere qualcuno che ti supporta e con cui puoi lavorare fianco a fianco per far crescere il prodotto. E ovviamente, per tenere tutti uniti durante questi tempi turbolenti”, ha accolto l’amministratore delegato dell’Eurolega, Paulius Motiejunas, sul sito americano The Athletic.

Secondo Eurolega, il nuovo impegno prevede il rinnovo delle licenze a lungo termine concesse ai 13 club azionisti, che si impegnerebbero quindi a restare nella competizione fino al 2036.

“Poker selvaggio”

Ma comprende anche le clausole di uscita menzionate dal presidente dell’IMG, Adam Kellyà L’Atletico: “Se i risultati non soddisfano le aspettative, non tratterremo mai le parti attraverso contratti ingiusti”.

Una specie di “poker selvaggio”, dove ogni campo avanza le sue posizioni, sembra essersi impegnato, secondo l’espressione usata da AFP Filippo Ausseur, presidente della National Basketball League (LNB).

“Oggi tutti si guardano l’un l’altro. Credo che dovremo aspettare per vedere le cose un po’ più chiare, ma secondo me in questa fase non c’è nulla di definitivo, anche, credo, con l’Eurolega”, aggiunge il capo del settore professionistico maschile francese.

Il Segretario Generale della Fiba, Andreas Zagklisaveva da parte sua confermato a dicembre “discussioni in corso” con la NBA, con rispetto “selezioni e campionati nazionali”.

Adamo Argento in agosto aveva confutato il suo volere “cambiare il cuore del basket europeo”, molto diverso dal suo omologo americano. “Qualunque cosa facciamo, è importante che si inserisca nella struttura del basket europeo”.

In che forma, precisamente, potrebbe arrivare in Europa l’NBA, che vede nel pallone arancione soprattutto un business e un intrattenimento? Una partnership commerciale? Partite tra le sue franchigie e le squadre europee? Una competizione, esistente o meno, targata NBA Europe?

“Il prossimo mese vedremo a che punto siamo”detto a dicembre Andreas Zagklis. Siamo lì.

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