Non appena sono stati firmati i numerosi decreti presidenziali di Donald Trump, alcuni gruppi e ricercatori americani ritengono che abbia superato i limiti del suo potere esecutivo. Per alcuni testi le contestazioni legali sono state immediate.
Pertanto, anche prima dell’uscita di Donald Trump da Capitol Hill, tre cause legali sollevavano già dubbi sulla nomina del fondatore di Tesla, Elon Musk, a capo di un nuovo “Dipartimento per l’efficacia del governo” (DOGE), iniziativa di gruppi di interesse pubblico che ritengono che questo dipartimento non non rispettare le leggi sulla trasparenza dei comitati consultivi governativi, dei rapporti Il Washington Post.
Ad esempio, una denuncia presentata dallo studio legale I Consiglieri per la Sicurezza Nazionale, consultati dal quotidiano americano, affermano che il DOGE viola una legge del 1972 che impone che i comitati consultivi dell’esecutivo seguano alcune regole in materia di trasparenza, assunzioni e altri ambiti operativi.
Il decreto che mette in discussione il diritto di terra, disposizione prevista dal 14e modifica della Costituzione, è stato oggetto anche di ricorsi giuridici. L’American Civil Liberties Union (ACLU), una delle principali organizzazioni a difesa delle libertà civili negli Stati Uniti, ha annunciato di aver avviato un procedimento legale per contestare questo decreto.
La governatrice dello Stato di New York, la democratica Kathy Hochul, dal canto suo ha annunciato in un comunicato stampa che il suo ufficio sta esaminando i dettagli del decreto, ma che «Stato di New York [était] pronto a prendere tutte le misure in suo potere” per difendere i diritti fondiari.