Lunedì Donald Trump ha prestato giuramento come 47esimo presidente degli Stati Uniti e il suo secondo mandato sta attirando l’attenzione globale. Tra le sue priorità, ha annunciato l’intenzione di affrontare lo squilibrio commerciale con l’Unione Europea. Egli prevede, tra le altre cose, di imporre nuovi dazi doganali o di incoraggiare gli europei ad intensificare le importazioni di petrolio e gas dagli Stati Uniti.
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Allo stesso tempo, il presidente ha moderato l’idea di introdurre dazi doganali universali, ma ha comunque suggerito di poter applicare un’imposta del 25% sulle merci importate dal Messico e dal Canada già a febbraio. Tali decisioni potrebbero avere importanti ripercussioni economiche per i partner commerciali degli Stati Uniti. I mercati finanziari, dal canto loro, sono preoccupati per i rischi inflazionistici legati a queste misure, che potrebbero sconvolgere gli equilibri economici internazionali.
Il biglietto verde salta, il dollaro canadese e il peso messicano crollano
Il rafforzamento dei dazi doganali americani potrebbe alimentare le pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti e quindi incoraggiare la Federal Reserve americana (Fed) a mantenere tassi di interesse elevati più a lungo, rendendo così il biglietto verde più redditizio.
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Le dichiarazioni di Trump hanno così dato una spinta improvvisa al dollaro: intorno alle 06:30 GMT, il biglietto verde è salito dello 0,35% rispetto alla moneta comune europea, a 1,0379 dollaro per uno euro. Dopo un breve rimbalzo, tuttavia, ha perso lo 0,14% contro la valuta giapponese, a 155,40. yen per un dollaro.
Le valute del Canada e del Messico, che entro due settimane potrebbero diventare il bersaglio di colossali barriere doganali, sono crollate. Intorno alle 06:30 GMT, il peso messicano ha ceduto l’1,42% rispetto al dollaro, mentre la valuta canadese ha ceduto lo 0,90%, scivolando a 1,4439 Dollaro canadese per dollaro USA, il più basso degli ultimi cinque anni.
IL bitcoin ha ripreso fiato dopo aver raggiunto un nuovo record lunedì, spinto dalla prospettiva di deregolamentazione del settore delle criptovalute da parte di Donald Trump. Il prezzo è sceso dello 0,80% a 101.708 dollari.
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La prospettiva di un’offerta abbondante penalizza il petrolio
Il mercato del petrolio ha continuato a crollare: intorno alle 06:30 GMT, il barile di WTI americano è sceso dello 0,82% a $ 77,24, e quello di Brent del Mare del Nord dello 0,27% a $ 79,93.
Sui prezzi ha pesato la prospettiva di un aumento dell’offerta di oro nero negli Stati Uniti. Donald Trump ha annunciato che dichiarerà lo stato nazionale di “emergenza energetica” e annullerà una serie di misure climatiche, in particolare quelle per aumentare l’estrazione di petrolio.