Tradotto da
Clementina Martino
Pubblicato il
20 gennaio 2025
Pochi stilisti stanno reinventando la moda maschile con tanta eleganza e inventiva quanto Alessandro Sartori, che ha presentato un’eccellente sfilata lunedì pomeriggio, raccontando la sua visione dello chic torinese.
Allestita in una gigantesca installazione artistica, la sfilata di Zegna ha segnato la fine della settimana della moda maschile di Milano, durata quattro giorni. Nonostante le poche presentazioni (appena una dozzina), l’ispirazione c’era, soprattutto da Zegna.
La collezione ha messo in risalto una nuova serie di materiali denominata “Vellus Aureum”, fibre di lana ultrafini della migliore qualità, 100% tracciabili ed ecologiche, provenienti da pecore merino australiane. Vellus Aureum si riferisce al mitico “vello d’oro” ricercato da Giasone e dagli Argonauti nella loro mitica ricerca, raccontata in particolare dal poeta Omero.
Zegna ha sviluppato per Vellus Aureum quattro tessuti di rara qualità: un jersey, una flanella, un panno di lana e un “panno militare”, la versione italiana della lana Melton.
Il tocco era notevole, morbido ma denso. La maglia era sorprendentemente elastica, nonostante la completa assenza di fibre artificiali.
Alessandro Sartori, che ha aperto la strada ai tagli maschili più voluminosi, continua le sue sperimentazioni. Le sue nuove forme discrete hanno vita abbassata, tasche basse, gambe larghe e pieghe a cannoncino. Insomma, abiti molto attuali, che aggiungono un tocco di classe con richiami alle sartorie torinesi degli anni ’70 e ’80.
Diversi motivi pied de poule sembravano essere realizzati da un patchwork di diverse stampe; ma ad una seconda occhiata, ti accorgevi che erano interi pezzi di stoffa intrecciati con grande maestria.
I nuovi cappotti erano notevoli, con le tasche tagliate in diagonale e i colletti altissimi, un po’ mascalzoni. Ha disegnato splendide giacche in tweed di cashmere, a quadri o in tweed Donegal, arricchite da tocchi colorati.
L’arredo scelto da Alessandro Sartori era impressionante anche per le sue dimensioni: 2.000 metri quadrati di prateria australiana con piccole colline, che riproducevano l’ambiente in cui pascolano le pecore nel New South Wales. Enormi schermi erano tesi orizzontalmente e proiettavano video di migliaia di pecore merino al pascolo pacificamente, mentre gli altoparlanti trasmettevano belati amplificati. Alessandro Sartori è una sorta di Jason della moda contemporanea, alla continua ricerca della materia più bella, della sezione aurea nelle sue proporzioni, di tessuti ancora da inventare.
«Ho solo una parola per descrivere quello che vedo: bucolico», ha esultato l’amministratore delegato Gildo Zegna, visibilmente trasportato dalla sfilata e dalla collezione.
L’apertura mentale e le molteplici competenze di Alessandro Sartori si sono riflesse anche nella scelta dei modelli e degli ospiti in prima fila. Sul prato della passerella, l’attore John Turturro sembrava quasi sorpreso da tutta l’attenzione, camminando accanto al veterano modello belga Alain Gossuin. Tra il pubblico non mancavano le star, tra cui l’ambasciatore Zegna Mads Mikkelsen e l’attore Giancarlo Esposito. A differenza del personaggio di Gus Fring che interpreta nella serie “Breaking Bad”, sempre vestito con camicia e cravatta abbottonate, Giancarlo Esposito sembrava un dandy nel suo completo giacca, gilet e pantaloni blu ardesia. .
Alla domanda sui suoi pensieri sul suo primo spettacolo, Giancarlo ha detto: “L’ho adorato. Ora voglio comprare ancora più vestiti!“