Nelle fiabe il ruolo del bello spetta sempre al bello. Pastorelle o figlie di re, stessa lotta: un viso come il sole, capelli mossi, un corpo da sogno. I belli sono gentili, generosi, intelligenti; a volte sono poveri, ma alla fine della storia la situazione migliora (sposano il Principe Azzurro…). Le bellezze sono sempre belle: quando ripuliscono le ceneri (Cenerentola!), quando dormono (il tuo dormiente) chissà!) e anche quando sono morti (Biancaneve, nella sua bara di vetro!) quelli brutti? Cattive ragazze, streghe, cugine del diavolo. Finisce male per loro: puniti, bruciati o, peggio ancora… non sposati. E poi c’è lei. Questa neonata così brutta che è stata chiamata “Taupinette”. La situazione non è migliorata man mano che sono cresciuto. Bambina: brutta! Ragazza adolescente: brutta! Giovane donna: brutta! Un giorno, la vita mette Taupinette in viaggio… Un viaggio lontano dal conformismo. Vuoi essere bello? Piuttosto ribelle! Il viaggio di un’eroina straordinaria, nel primo senso del termine: che sfugge agli attuali canoni di bellezza. Muriel Durant offre un adattamento della sua “Moche”, unica sul palco, una storia raccontata mescolata alle parole di donne raccolte nei circoli parlanti. Produzione e montaggio: Muriel Durant, missaggio: Vincent Venet. Con il sostegno del Fondo Gulliver e dell’ACSR
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