Il suo volto e il suo corpo sono una tela pittorica, i suoi testi politici e la sua lotta per la libertà di espressione potrebbero costargli la vita. Questa è la storia di Amir Hossein Maghsoudloo, meglio conosciuto come Amir Tataloo. Primo artista iraniano firmato dall’Universal Music Group, questo cantante è molto più di un semplice rapper ammirato dalla gioventù iraniana. È diventato nemico della Repubblica islamica, che lo accusa di incitare i giovani all’opposizione al governo e di favorire la prostituzione.
Queste accuse hanno portato a diversi arresti e, infine, a una condanna a morte per “blasfemia”. Uno sguardo al viaggio di questo straordinario artista, nel cuore di un regime autoritario.
Un artista che vogliamo mettere a tacere
Bandito dalla radio, dalla televisione e da qualsiasi trasmissione ufficiale in Iran, Amir Tataloo non è mai stato accettato dalle autorità del suo Paese. Rifiutato dal Ministero della Cultura e dell’Orientamento Islamico, l’artista 37enne è riuscito comunque a ritagliarsi un posto speciale nel cuore della gioventù iraniana grazie alla sua musica che mescola hip-hop, RnB e pop. Pioniere di questi generi underground, è stato in grado di affascinare una generazione in cerca di cambiamento. Il suo titolo Energia nucleareaccompagnato da una clip a sostegno del programma nucleare iraniano, è diventato addirittura una delle ricerche più popolari su Google in persiano. Affrontando argomenti sia politici che leggeri, questo artista tatuato dalla testa ai piedi ha sempre disturbato chi detiene il potere e non ha mai ottenuto la licenza per esercitare la sua professione nel suo paese.
Nato a Majidieh, Teheran, Amir Tataloo è andato in esilio a Istanbul nel 2018, pensando di sfuggire alla repressione. Ma nel 2023 è stato arrestato dalla polizia turca ed estradato in Iran, dove è stato accusato di “diffondere corruzione e prostituzione”. Divenuto il bersaglio di un regime determinato a mettere a tacere la sua voce, Tataloo era stato comunque – per un certo periodo – corteggiato dai politici conservatori come mezzo per connettersi con la gioventù liberale. Nel marzo 2024, durante il suo ultimo processo, è stato finalmente condannato al carcere.
Nemico della Repubblica Islamica
Accusato più volte di “incoraggiare le giovani generazioni alla prostituzione”, di “fare propaganda contro” la Repubblica islamica e di “diffondere contenuti osceni sotto forma di clip e canzoni”, Amir Tataloo non è al meglio. prima prova. Ma è stata l’accusa di “insulto al profeta” Maometto a procurargli la condanna a morte, pronunciata domenica 19 gennaio 2025, secondo il quotidiano Avanzamentiuno dei pochi media riformisti e indipendenti ancora attivi in Iran.
La sentenza, tuttavia, non è definitiva e potrebbe essere impugnata. Uno scenario già vissuto da Toomaj Salehi, altro rapper iraniano che, dopo più di un anno e mezzo di detenzione, è scampato alla pena di morte a cui era stato condannato per aver sostenuto il movimento di protesta 2022. “La vera morte è quella di rassegnarsi alla disperazione”, ha scritto Toomaj Salehi nei suoi testi, un messaggio in cui Amir Tataloo può identificarsi, sperando probabilmente in un esito simile a quello del suo collega.