E’ un massacro. Giovedì 16 gennaio il governo sudafricano ha ufficialmente concluso l’operazione ” salvare “ centinaia di minatori illegali assediati dalla polizia per cinque mesi in una miniera d’oro abbandonata. Un salvataggio espresso, costretto e forzato dalla decisione di un giudice preoccupato di veder diventare la sede “il momento più buio” della storia sudafricana.
In quattro giorni, dal 13 al 16 gennaio, 246 minatori affamati e 78 corpi in stato di decomposizione più o meno avanzato sono stati trasportati dalla vecchia miniera di Buffelsfontein, vicino a Stilfontein, nella provincia del Nord Ovest, all’utilizzazione di una gabbia metallica. Da mesi sindacati, associazioni e membri della comunità locale lanciano l’allarme sul dramma che si prepara nel sottosuolo dopo l’interruzione dei rifornimenti ai minatori. La polizia ha assicurato che erano liberi di tornare.
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In tutto, dall’inizio dell’assedio, nell’agosto 2024, sono stati recuperati 87 corpi. In un comunicato, la Federazione sudafricana dei sindacati accusa il governo di aver abbandonato i minatori “morire di fame nelle profondità della terra”. È intervenuto anche Mametlwe Sebei, presidente del Sindacato dei lavoratori delle industrie generali del Sud Africa “il peggior omicidio di massa di minori” imputabile allo Stato “dall’avvento della democrazia”.
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