Shock in Cambogia: l’omicidio di un oppositore franco-cambogiano in Thailandia solleva interrogativi. Il primo ministro Hun Manet nega qualsiasi coinvolgimento del governo, mentre continuano le indagini per identificare lo sponsor latitante. Una vicenda che rivela le persistenti tensioni politiche nel Paese…
Il brutale assassinio di un oppositore franco-cambogiano in pieno giorno a Bangkok ha provocato un vero e proprio terremoto politico in Cambogia. Lim Kimya, ex deputato del partito di opposizione sciolto nel 2017, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco da un uomo alla guida di uno scooter il 7 gennaio nella capitale tailandese. Questo caso evidenzia il tensioni persistenti tra il potere in carica e le voci dissidenti costrette all’esilio.
Il primo ministro Hun Manet nega qualsiasi coinvolgimento
Di fronte alle accuse dell’opposizione che puntava alla responsabilità del governo in questo crimine, il primo ministro cambogiano Unno Manet ha reagito con forza. Lunedì, durante un discorso tenutosi nella parte occidentale del Paese, ha respinto queste “accuse ingiuste e politicamente motivate”, insistendo: “Io pongo la domanda: perché il governo dovrebbe essere così stupido? Se avessimo orchestrato tutto questo, perché avremmo arrestato l’assassino e rimandato in Tailandia per le indagini? »
Hun Manet, succeduto nel 2023 al padre Hun Sen, uomo forte che ha controllato la Cambogia con il pugno di ferro per quasi 40 anni, assicura che Phnom Penh “condanna” questo assassinio e “vuole conoscerne il movente”. Una linea di difesa che però fatica a convincere i detrattori del regime, regolarmente additato dalle ONG per i diritti umani per la sua repressione di ogni dissenso.
Confessa un ex soldato tailandese, la mente in fuga
Arrestato rapidamente in Cambogia, il presunto attentatore, ex membro della marina tailandese, è stato consegnato alle autorità di Bangkok. In un video diffuso dalla polizia, ha ammesso il suo coinvolgimento. Ma il sponsor sospettoun cittadino cambogiano di 43 anni, è ancora in corsa. La sua identità non è stata rivelata ma si dice che sia attivamente ricercato.
“Le accuse contro Hun Sen sono infondate”
– Portavoce del governo cambogiano
Lim Kimya, una delle ultime voci dell’opposizione
Sulla sessantina e anche lui di nazionalità francese, Lim Kimya è stato uno degli ultimi oppositori a pronunciarsi contro il potere di Hun Sen e del suo clan dopo lo scioglimento nel 2017 del Partito di salvataggio nazionale della Cambogia (CNRP) di cui era deputato. Da allora, le autorità hanno intensificato i procedimenti legali contro i principali oppositori rimasti nel Paese, spingendone molti all’esilio.
Sam Rainsy, figura di spicco dell’opposizione cambogiana costretta all’esilio, ha implicato direttamente il primo ministro Hun Sen, accusandolo di aver ordinato l’assassinio di Lim Kimya. Accuse “infondate” secondo il portavoce del governo.
Un caso che illustra un clima politico teso
Al di là di questo assassinio che ha profondamente sconvolto, c’è tutto Sistema politico cambogiano che ancora una volta si ritrova messo in discussione. Nonostante il recente cambio di primo ministro, il Paese resta saldamente controllato dal clan degli Unni, accusato da anni di deriva autoritaria e autoritaria imbavagliare qualsiasi voce critica.
L’indagine sull’omicidio di Lim Kimya sarà un banco di prova per il nuovo governo di Hun Manet. La comunità internazionale e i difensori dei diritti umani saranno attenti a garantire che venga fatta luce, al di là dell’autore, sui possibili sponsor di questo atto che assesta un nuovo colpo all’opposizione cambogiana incruenta e braccata.