In Israele, il ritorno alla Casa Bianca del neoeletto presidente americano Donald Trump suscita grandi aspettative, in particolare per la liberazione degli ostaggi ancora detenuti a Gaza. Da dieci giorni, chi viene a prendere un caffè o a fare shopping a Sarona, il quartiere dello shopping di Tel Aviv, non può perdersi l’enorme pannello pubblicitario illuminato. Vediamo Donald Trump con l’orecchio sanguinante e il pugno alzato dopo l’attentato contro di lui, e questa ingiunzione in maiuscolo: “Liberateli tutti prima del 20 gennaio o si scatenerà l’inferno”. »
Un riferimento diretto a un messaggio del presidente eletto all’inizio di dicembre sulla sua piattaforma Truth Social, in cui prometteva l’inferno a Hamas se non avesse liberato gli ostaggi tenuti prigionieri a Gaza prima del suo insediamento. Da allora il repubblicano ha rinnovato più volte le pressioni, in termini simili, e il suo ritorno alla Casa Bianca è atteso con ansia dal collettivo Forum of Hope, che riunisce i parenti degli ostaggi contrari ai negoziati con Hamas e che ha finanziato lo spettacolo. “Hamas deve capire che le regole in Medio Oriente cambieranno e che è ora di restituire gli ostaggi”afferma il Forum in un comunicato stampa.
A quasi 10.000 chilometri da Washington, Trump è molto presente nelle manifestazioni organizzate ogni sabato nelle principali città israeliane per chiedere il rilascio degli ostaggi. Attraverso travestimenti, berretti rossi su cui c’è scritto “Ferma questa f…guerra”ispirati a quelli indossati dagli attivisti trumpisti, o addirittura segnali che invitano il presidente eletto a intervenire: “Trump, per favore aggiusta questo” ; “Presidente Trump, portateli tutti a casa” ; «Rendere Israele di nuovo normale».
Donald Trump sarà stato durante il suo primo mandato (2017-2021) uno dei presidenti americani più favorevoli della storia nei confronti di Israele, insieme a Lyndon B. Johnson negli anni ’60. Andando contro la politica seguita da quasi tutta la comunità internazionale, ha preso per primo la decisione di trasferire l’ambasciata degli Stati Uniti da Tel Aviv a Gerusalemme, città che anche i palestinesi pretendono di farne la capitale dello Stato a cui aspirano.
La nuova squadra di Donald Trump dovrebbe seguire la stessa linea, il posto di ambasciatore degli Stati Uniti in Israele è stato affidato in particolare a Mike Huckabee, sostenitore dell’annessione della Cisgiordania.