Il processo si aprirà alle 14 a Montpellier. La sentenza è attesa al più tardi venerdì.
Il giorno della sua morte, per arresto cardiaco, il 6 agosto 2020, nella casa di famiglia a Montblanc (Hérault), tra Béziers e Pézenas, Amandine pesava solo 28 kg ed era alta 1,55 m. Le conseguenze di uno Stato “cachettico”perdita di peso estrema, associata a setticemia e a una possibile sindrome da rinutrizione inappropriataSecondo il rapporto dei medici legali.
Aveva anche perso diversi denti e le erano stati strappati i capelli.
Sentendo il giorno dopo, sua madre, Sandrine Pissarra, 54 anni, ha spiegato che Amandine soffriva di disturbi alimentari, cosa che nessuno ha confermato, e che il giorno prima avrebbe semplicemente accettato di ingoiare un pezzo di zucchero, un po’ di composta e un drink alto -bevanda proteica, prima di iniziare a vomitare e poi smettere di respirare.
In custodia cautelare dal maggio 2021, la madre di Amandine deve rispondere di “atti di tortura o barbarie che hanno portato alla morte senza intenzione di provocarla”, in questo caso per aver commesso, in particolare, “affamato”. Dovrà rispondere anche questa ex cameriera, madre di otto figli nati da tre unioni violenza intenzionale contro Amandine nei sei anni precedenti.
Il suo compagno dal 2016, Jean-Michel Cros, 49 anni, viene giudicato insieme a lui e rischia 30 anni di carcere per aver “privo di cure o cibo” sua nuora e non aver fatto nulla per lei “salva da morte certa”secondo l’ordine di accusa consultato dall’AFP.
“Non c’è dubbio che Amandine abbia subito una violenza distruttiva e parossistica da parte di (sua madre), il cui unico scopo era trascinarla in un’agonia vergognosa e umiliante”.secondo il giudice istruttore incaricato del caso nel suo rapporto d’indagine.
Amandine fu infatti fin da piccola il capro espiatorio della madre, che la privò del cibo e le inflisse infinite “scrivere punizioni” e lo chiusero in un ripostiglio, sotto sorveglianza di telecamere.
Secondo la perizia psichiatrica, Sandrine Pissarra, descritta da chi la circondava come arrabbiata e violenta, poteva farlo “trasporre il proprio odio” del padre di Amandine sul corpo di sua figlia.
I fatti più gravi si sono verificati a partire da marzo 2020 con il primo lockdown dovuto al Covid, quando la giovane ha smesso di andare a scuola.