Diane T. Tremblay e quest’arte che si prende cura della vita

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Tutto sembra concentrarsi sul vissuto, nella pratica e nella vita dell’ambrosiano originario. Anche la sua casa, che dal suo ritorno nella regione nel 2017, gli regala la visione della sua più grande musa ispiratrice.

Flora, fauna, natura. E gli alberi, soprattutto, di cui ha imparato a sondare le cicatrici, lungo le strade del nord e nelle ZEC del Quebec.

Originaria di Saint-Ambroise, Diane T. Tremblay è tornata nella regione nel 2017. (Centro nazionale d’esposizione)

Diane T. Tremblay li raffigura per la prima volta in bianco e nero, con le ferite appena fasciate, sulle pareti della Salle Les Amis du CNE.

L’idea, spiega il principale interessato Quotidianoè quello di “guarire”, di “prendersi cura” di una natura troppo spesso colpita dalle attività umane.

“Ho viaggiato molto nel territorio. Sono andato nel nord del Quebec, a Chisasibi, nel Labrador. Dietro i filari di alberi ai lati delle strade vidi come era stata trattata la terra. E sono arrivato a pormi la domanda: perché tagliamo tutto?

Per 10 anni l’artista ha lavorato solo in bianco e nero. (Sophie Lavoie/Le Quotidien)

“C’è una contraddizione nel nostro modo di vivere con la natura. Ci offre molte possibilità, ma allo stesso tempo ne abusiamo. C’è bisogno di prendere consapevolezza”, ha aggiunto Diane T. Tremblay.

La mostra chiamata Nuove specie attira la nostra attenzione in particolare sul “consumo eccessivo”. Illustrato a colori e in tre dimensioni, con un’installazione in fondo alla sala.

Lì troviamo una foresta che trascende la tela e nella quale possiamo vagare. Come per relazionarsi meglio con lei, per comprendere meglio i suoi problemi.

Diane T. Tremblay voleva permettere ai visitatori di circolare nella sua foresta. (Sophie Lavoie/Le Quotidien)

I vestiti vengono attorcigliati attorno a veri tronchi d’albero posati a terra. Sono tutti recuperati, specificherà l’artista parlando della sua pratica eco-responsabile. Ma tutte sono anche il riflesso di abitudini che possono arrivare a soffocare i vivi.

“I vestiti ci danno un’apparenza, nascondono, rivelano. È carico di significati. Nella mostra creo il collegamento tra il nostro aspetto e quello della foresta. Quello che dovrebbe essere, ma in realtà non lo è.

Gli alberi a terra, con i colori abbaglianti dei loro vestiti, offrono anche un sorprendente contrasto con alcuni dei loro coetanei sul muro, ai quali è stato dato solo il bianco e il nero.

Gli alberi a terra sono vestiti con abiti riciclati.

Gli alberi a terra sono vestiti con abiti riciclati. (Sophie Lavoie/Le Quotidien)

Per 10 anni, ci fa sapere Diane T. Tremblay, queste tonalità sobrie sono state le uniche presenti nel suo mondo. Nel desiderio di “andare all’essenziale”.

Ma ora queste nuove specie si presentano con molti colori. Evocando così celebrazione, rinnovamento. Come questo sciame di insetti, fatto di materiali riciclati a terra, che ci ricorda che la natura finisce sempre per sorprenderci, con la sua resilienza.

E quella creatività rimarrà sempre una risposta adeguata di fronte a domande impossibili.

La mostra di Diane T. Tremblay è esposta fino al 26 gennaio al National Exhibition Centre di Jonquière.

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