“Stavo lasciando il mio kot che si trovava in rue Saint-Bernard a Saint-Gilles. Aspettavo che il semaforo diventasse verde per attraversare”, ha detto il testimone, che all’epoca dell’incidente aveva 20 anni. “Ho visto un’auto ferma al semaforo rosso, poi un’altra macchina che l’ha sorpassata e si è avvicinata. Ci fu un rumore e attirò la mia attenzione. Non era un rumore di proiettile, era un rumore di motore, d’istinto ho seguito la seconda macchina che era ripartita, per cercare di prendere la targa. Mi sono quindi avvicinato all’auto rimanendo al semaforo rosso. volante aveva una ferita da proiettile in “Stava ancora respirando. Allora sono entrato in una pasticceria per strada per chiedere aiuto perché un uomo stava morendo”, ha detto il testimone.
“L’immagine dell’uomo nella sua macchina rimane nella mia memoria”
“Non ricordo più quante persone fossero a bordo, ma comunque più di una persona”, ha aggiunto. Durante l’udienza di allora dichiarò che l’auto era una marca Volkswagen Golf o Polo, grigia o verde chiaro, ma venerdì disse che non ricordava più questi dettagli. “L’immagine dell’uomo nella sua macchina rimane nella mia memoria, ma non riesco più a ricordare le targhe, i marchi, i colori…” ha detto.
Quest’uomo è l’unico tra i sei testimoni diretti citati ad essersi fatto avanti. Uno di questi testimoni è morto, un altro vive all’estero e altri ancora erano assenti per motivi di salute.
Julien D. rinviato in Corte d’Assise per la seconda volta, caso raro ma non unico in Belgio
Anche i due medici legali non erano presenti all’udienza di venerdì. Il presidente si è offerto di leggere le parti più importanti del loro rapporto e di far vedere ai giurati le foto dell’autopsia durante le loro deliberazioni. A ciò si sono opposti i legali della parte civile, ricordando che tale verbale deve essere presentato oralmente corredato di fotografie, nella misura in cui tali documenti mostrino la realtà dell’assassinio di Enver Hadri e la gravità del suo ferimento. Lunedì il tribunale deciderà su questo argomento.
Veselin Vukotic e Andrija Draskovic sono processati su opposizione dalla Corte d’assise di Bruxelles. Questo li aveva condannati in contumacia nel novembre 2016 all’ergastolo per l’assassinio di Enver Hadri. La giuria stabilì che avevano agito su ordine dei servizi segreti jugoslavi, più precisamente su istruzioni dell’ispettore capo Bozidar Spacic. Quest’ultimo è stato condannato dal tribunale anche in contumacia all’ergastolo.
Il 25 febbraio 1990, intorno alle 16:30, Enver Hadri, presidente del Comitato per la difesa dei diritti umani in Kosovo, era al volante di un’auto in rue Saint-Bernard a Saint-Gilles. Mentre si fermava al semaforo rosso, un altro veicolo si fermò accanto a lui. Secondo diversi testimoni, il finestrino del passeggero si è abbassato e sono stati sparati dei colpi.
Enver Hadri, 48 anni, è stato colpito alla testa. Morì poche ore dopo all’ospedale Saint-Pierre di Bruxelles.
Il processo proseguirà lunedì con l’audizione di altri testimoni.