Venerdì la Corte Suprema degli Stati Uniti si è pronunciata contro TikTok Il social network cinese aveva presentato ricorso contro una legge che gli vietava di operare sul suolo americano a partire dal 19 gennaio. A meno che il suo proprietario ByteDance non riesca a vendere la sua filiale a un acquirente americano.
I 9 giudici si sono pronunciati all’unanimità, riferisce il New York Times, concordando con le argomentazioni dell’amministrazione Biden, la cui legge era stata approvata con il sostegno dei funzionari repubblicani eletti:
La Corte Suprema ha riconosciuto per prima la popolarità di TikTok utilizzato da circa 170 milioni di americani e il suo ruolo come piattaforma di comunicazione. Ma i suoi giudici hanno anche ritenuto che il suo divieto fosse necessario per rispondere a preoccupazioni di sicurezza nazionale a causa della sua politica di raccolta dati e dei suoi collegamenti con un “ avversario straniero »molto impegnato nella diffusione di informazioni false. La Corte ha ritenuto che questa legge non violasse il Primo Emendamento della Costituzione che garantisce la libertà di espressione. TikTok aveva contrattaccato questa legge da questo punto di vista.
Se i rischi legati alla manipolazione delle informazioni sono stati fonte di divisioni tra i giudici della massima corte del Paese, i rischi relativi allo sfruttamento dannoso dei dati degli utenti americani da parte di un’entità cinese li hanno accomunati.
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L’ironia è che il nuovo presidente degli Stati Uniti, che presterà giuramento il 20 gennaio, è stato più propenso a trovare un modo per impedire la scomparsa di TikTok negli Stati Uniti. Donald Trump ha addirittura pensato di dare un posto d’onore a Shou Chew, il boss di TikTok, sulla piattaforma dalla quale lunedì presterà giuramento. Donald Trump ha dichiarato questa mattina che TikTok era nel menu di uno scambio, su diversi argomenti, con il presidente cinese Xi Jinping.
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