La persistente siccità che colpisce il Marocco da quasi sette anni, unita alle ondate di caldo estremo nel 2024, ha causato un aumento significativo dei prezzi dell’olio d’oliva negli ultimi mesi. Nel gennaio 2025, i consumatori marocchini dovranno spendere tra 80 e 105 dirham (o circa 7,70-10,10 euro) per acquistare un litro di olio d’oliva, un prezzo quasi doppio rispetto a quello osservato solo due anni fa. Questo spettacolare aumento dei prezzi è attribuito a un raccolto catastrofico di questa stagione, la cui produzione potrebbe scendere a sole 80.000 tonnellate, la metà del solito, secondo l’Interprofessione olivicola marocchina.
Le ragioni di questa bassa produzione sono molteplici, ma la siccità prolungata è senza dubbio il fattore principale. Gli oliveti irrigati, che avrebbero dovuto ricevere più acqua durante tutto l’anno, non sono stati sufficientemente riforniti a causa della situazione critica delle riserve idriche. Per quanto riguarda l’80% degli oliveti non irrigati, non hanno beneficiato di precipitazioni sufficienti. Questa situazione è stata aggravata dagli intensi picchi di caldo che hanno colpito il Paese nel 2024, interrompendo la fioritura degli ulivi, in particolare della varietà marocchina picholine, la più diffusa. Alcuni alberi non fiorirono affatto, mentre altri videro le loro olive seccarsi prematuramente prima di raggiungere la maturità.
Di fronte a questa crisi, il governo marocchino ha implementato quote di importazione di olio d’oliva per soddisfare la domanda interna. Nel 2025, il paese potrebbe importare fino a 20.000 tonnellate di olio d’oliva, una misura intesa a stabilizzare i prezzi. Tuttavia, un calo dei prezzi locali si verificherà solo con il prossimo raccolto, se le condizioni climatiche saranno più favorevoli.
Un miglioramento atteso sul mercato globale
La situazione in Marocco, pur preoccupante, non incide direttamente sul mercato globale. Nel 2024-2025, si prevede che la produzione globale di olio d’oliva aumenterà di quasi il 30%, dopo due anni difficili segnati dalla siccità nei principali paesi produttori come la Grecia. In particolare, la produzione in Spagna, il più grande produttore mondiale, ha visto un notevole miglioramento. Questo aumento della produzione globale dovrebbe consentire di ricostituire le scorte e abbassare i prezzi sui mercati internazionali.
Per i consumatori al di fuori del Marocco, questa tendenza potrebbe significare prezzi più bassi dell’olio d’oliva. Secondo Abdellatif Ghedira, ex presidente del Consiglio oleicolo internazionale, i prezzi globali potrebbero scendere a circa 4 euro al chilo sfuso, rispetto a circa 8 euro nel settembre 2024. Un calo che potrebbe incoraggiare i consumatori a tornare all’olio d’oliva dopo essersi rivolti a oli vegetali alternativi ed economici. Questo calo dei prezzi potrebbe anche contribuire a ricostituire le scorte, che avevano raggiunto livelli molto bassi dopo due anni di produzione mediocre.
Moctar FICUU / VivAfrik