Il settore spaziale lussemburghese è in forte espansione. Dopo il il primo satellite miniaturizzato dell’Università del Lussemburgo, denominato Poquito (PocketQube for In-Orbit Technology Operations), è stato inviato nello spazio dalla base di lancio della Vandenberg Space Force in California ieri sera, 14 gennaio alle 20:09 lussemburghesi. Il satellite è decollato a bordo di un razzo SpaceX Falcon 9 come parte della missione di rideshare Transporter-12.
Misurando 5 x 5 x 5 cm, all’incirca le dimensioni di un cubo di Rubik, Poquito sarà dispiegato in un’orbita eliosincrona a un’altitudine di 525 km tramite i servizi di ride-sharing della società scozzese Alba Orbital, utilizzando un distributore AlbaPod PocketQube.
Progettato e sviluppato dal team Space Systems Engineering (SpaSys) presso il Centro interdisciplinare per la sicurezza, l’affidabilità e la fiducia (SnT) dell’Università del Lussemburgo, Poquito è il primo progetto satellitare interamente gestito dall’università. “Per la prima volta abbiamo gestito tutti gli aspetti di una missione spaziale, dalla progettazione e test all’ottenimento di una licenza e alla sicurezza del lancio”, ha affermato il capo della missione spaziale. Team SpaSys presso SnT, Prof. Andreas Hein. “Sfrutteremo questa esperienza per condurre futuri progetti spaziali e ampliare i confini della miniaturizzazione satellitare”.
Tre anni nello spazio
Poquito porta con sé un ChipSat di 5 x 5 x 0,2 cm, un circuito stampato che funziona in modo autonomo. La missione prevede di testare la comunicazione ottica tra il satellite e il ChipSat utilizzando LED miniaturizzati (diodi emettitori di luce) e il controllo del satellite utilizzando il campo magnetico terrestre. “Un’esperienza importante nel portare avanti la miniaturizzazione dei satelliti nonché uno sviluppo tecnologico fondamentale per ridurre i costi e rendere lo spazio più accessibile”, spiega l’Ateneo nel suo comunicato stampa.
Si prevede che il satellite rimarrà operativo per un massimo di tre anni e comunicherà con la stazione terrestre dell’Università, situata nel campus di Kirchberg, tramite frequenze UHF (ultra alta frequenza). Fornirà accesso aperto alla telemetria e ai test sulle comunicazioni.
“Si tratta di un risultato storico per l’Università del Lussemburgo. Con questo lancio rafforziamo le capacità strategiche del Lussemburgo e poniamo le basi per le future missioni spaziali”, conclude il rettore dell’Università, il .