Come altri due proprietari di case interessate da un decreto prefettizio che autorizza l’esproprio, a fini di demolizione, della sua casa a Villegailhenc, Gérard Loubès si è visto respingere la sua domanda di annullamento dal tribunale amministrativo di Montpellier. Niente ferma chi, denunciando una “mancanza di buon senso”, assicura che farà ricorso contro la decisione del 7 gennaio 2025.
In questa casa vuota, in cui vive dal 1980, Gérard Loubès è inesauribile. Piano terra, giardino, terrazza, camere da letto, bagno, wc, 1È pavimento, travi, pianelle, la visita guidata continua, fin nei dettagli. Mostrando addirittura la botola attraverso la quale sua moglie, il suo cane e il suo gatto sono riusciti ad accedere alla soffitta, nella notte tra il 14 e il 15 ottobre 2018. Un rifugio che ha permesso loro di sfuggire all’acqua che, al numero 8 di avenue of Languedoc, è salito fino a 1 metro… sul pavimento di questa casa a Villegailhenc, situata alla confluenza di Trapel e Merdeau.
A più di sei anni dalle terribili alluvioni, all’inizio del 2025, il medico di medicina generale vuole dimostrare che l’edificio di 250 m2 rimane una scommessa sicura: “Cosa vuoi criticare di questa casa?” Un attaccamento personale che il medico di base amplia: “In un villaggio ci sono dei punti di forza da mantenere, un patrimonio da preservare. Le cose belle vanno preservate. Se lo distruggiamo, non ci sarà più il cuore del villaggio”. Se Gérard Loubès insiste, è perché ancora non capisce perché la sua proprietà è interessata dall’agosto 2022 da un decreto prefettizio che dichiara pubblica l’espropriazione prima della distruzione, a causa del rischio di nuove inondazioni. Un decreto impugnato, invano, davanti al tribunale amministrativo di Montpellier, che ha respinto la sua richiesta il 7 gennaio 2025. Proprio come è avvenuto per altri due proprietari che, dopo aver rifiutato le somme offerte nell’ambito di una procedura amichevole, hanno anche ha attaccato il decreto prefettizio. Meno di una settimana dopo la decisione, Gérard Loubès sa già che presenterà ricorso: “Andrò fino in fondo. E so che lo farà anche la famiglia Roger.
L’esistenza di una minaccia grave riguardo al rischio di inondazioni non esiste più
Fino alla fine per preservare questa casa sottoposta alla fine del 2021 all’occhio attento di un esperto ingegnere edile. Conclusione, al termine della visita: “La struttura dell’immobile così com’è non presenta quindi alcun rischio per la sua solidità né per l’incolumità degli occupanti”. Gérard Loubès traduce: “Niente si è mosso e non c’è motivo perché si muova.” Certezza rafforzata dal febbraio 2022, e dalla relazione di un ingegnere idrologo idraulico. Chi fa la scena : “L’obiettivo di questo rapporto è identificare se esiste una giustificazione idraulica per motivare lo spostamento dei beni della famiglia.” Dieci pagine dopo, la conclusione, giunta dopo aver esaminato le portate, la mappatura delle aree allagate, ma soprattutto l’impatto idraulico del ponte ricostruito sulla RD 118, è inequivocabile: “Non esiste alcun obbligo idraulico per la distruzione del bene di Loubès. Sono possibili molte opzioni di sviluppo”. E per assicurare, formalmente: “L’argomento dell’impossibilità di garantire la sicurezza degli occupanti e dell’esistenza di una grave minaccia rispetto al rischio di inondazioni non esiste più”.
Con il nuovo ponte, ma anche con la distruzione di altri beni, Gérard Loubès ritiene che il comune, e tutti gli attori di un fascicolo a cassetti, “ha fatto quello che doveva essere fatto. La cosa principale. C’erano case invendibili, o inaffittabili: un risarcimento poteva andare bene ai proprietari. Purtroppo penso anche che il proprietario del Café de la Poste fosse molto felice di sbarazzarsene. Ma gli inglesi dovettero vendere perché furono presi per la gola. Una questione di “buon senso”crede Gérard Loubès. Chi spera che un giorno, questa casa “darà il benvenuto ai nuovi occupanti”. Dal 2018, Gérard Loubès si trasferisce a Cenne-Monestiés: “Abbiamo un tetto. Non abbiamo fretta.”