La sede della ONG danese Global Aktion, riconosciuta per il suo sostegno al diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi, è stata bersaglio di un incendio doloso nella notte tra domenica e lunedì a Copenaghen.
I graffiti filo-marocchini che adornano le pareti dell’edificio hanno confermato la natura politica dell’atto, scatenando un’ondata di indignazione tra i difensori dei diritti umani. Il Fronte Polisario ha immediatamente reagito, denunciando un palese tentativo di mettere a tacere le voci contrarie all’occupazione marocchina dei territori sahrawi.
Secondo un comunicato stampa della sua rappresentanza in Europa, questo incidente fa parte di una politica repressiva più ampia, segnata da decenni di sparizioni forzate e torture contro gli attivisti sahrawi. Questo tipo di pratica, osserva il Polisario, sembra ormai estendersi ben oltre i territori occupati. Global Aktion, abituata a subire minacce e pressioni, ha condannato fermamente questo atto.
Il suo manager, Morten Nielsen, ha dichiarato: “Questo incendio non rallenterà i nostri sforzi. Anche se scioccati, restiamo solidali con il popolo Saharawi, la cui oppressione quotidiana supera di gran lunga ciò che abbiamo sofferto”. L’incidente ha anche provocato l’evacuazione dei residenti nelle vicinanze, evidenziando l’escalation delle tensioni intorno ai difensori.
Western Sahara Resource Watch, osservatorio specializzato, ha ricordato che questo tipo di attacchi mira a ostacolare il lavoro di coloro che sostengono la lotta sahrawi. Ha ribadito la necessità di un maggiore sostegno internazionale di fronte a queste intimidazioni, sottolineando che questa nuova aggressione è un segnale preoccupante per gli attivisti e le organizzazioni impegnate in questa lotta.
Il Fronte Polisario ha elogiato la solidarietà esemplare di Global Aktion, invitando la comunità internazionale a reagire con fermezza per garantire che la difesa dei diritti del popolo Saharawi possa continuare senza ostacoli o ritorsioni.
Questo evento dimostra ancora una volta le sfide affrontate dagli alleati del popolo Saharawi nella loro ricerca di giustizia.