Secondo questa fonte, gli attacchi hanno colpito “con successo” un deposito petrolifero di Engels, che era già stato preso di mira l’8 gennaio, provocando un incendio durato cinque giorni in cui sono morti due vigili del fuoco russi.
Altro obiettivo: lo stabilimento chimico di Seltso, nella regione di Bryansk, che secondo Kiev produce componenti per artiglieria, lanciarazzi multipli, aviazione e missili.
Si tratta di una “installazione strategica del complesso militare-industriale russo”, ha affermato lo stato maggiore ucraino.
Le autorità locali russe hanno riferito anche di un attacco ucraino nei sobborghi di Kazan, capitale del Tatarstan, dove “un serbatoio di gas ha preso fuoco (…) in seguito ad un attacco di droni”, ha riferito su Telegram il governo locale, assicurando che “nessuno è rimasto ferito”.
La Russia ha promesso una risposta sistematica a qualsiasi attacco missilistico occidentale sul suo territorio e ha minacciato di prendere di mira il centro di Kiev o addirittura di utilizzare il suo nuovo missile ipersonico sperimentale Orechnik.
