Otto anni dopo, il suo record cadde. Da bravo giocatore, lo skipper della Banque Populaire Armel Le Cleac’h ha elogiato la prestazione di Charlie Dalin, vincitore martedì mattina della 10a edizione del Vendée Globe in quasi dieci giorni in meno della sua nel 2016, fino ad allora il più veloce della storia.
Charlie Dalin ha appena rubato il tuo disco del Vendée Globe, cosa ne pensi?
ARMEL LE CLEAC’H. Sapevo da tempo che il mio record sarebbe stato battuto, da quando quasi a metà gara Charlie (Dalin), Yoann (Richomme) e Sébastien (Simon) avevano superato il mio tempo di riferimento. Queste barche che padroneggiano oggi non hanno nulla a che vedere con le prestazioni di quelle di 8 anni fa. C’è quasi il 15% di potenziale in più. Il meteo ha favorito anche il trio di testa. Charlie e Yoann in particolare sono andati molto veloci nei tratti in cui, con Alex Thomson, avevamo perso un po’ di tempo, in particolare nella salita dell’Atlantico.
Tutto questo combinato dà un record battuto di quasi 10 giorni, è un grande passo avanti. Anche se ogni volta miglioravano, i record diminuivano di diversi giorni. Il 2020 era stata un’edizione più complicata, con il Covid che aveva reso difficile la preparazione, e il meteo sfavorevole.
Hai seguito le sue tracce rispetto alle tue?
Sì, sulla mappa potevi vedere dove mi trovavo in relazione ai tempi di gara. Fino a Buona Speranza eravamo nello stesso momento, poi sono scappati. Se confrontiamo con 8 anni fa, ero quasi (ndr: al momento dell’arrivo di Charlie Dalin) al livello in cui si trova Jérémie Beyou in questo momento, vale a dire all’uscita del pot au black. Mancavano ancora pochi giorni in mare!
15% di potenziale in più, cosa significa? Foil più grandi, quindi barche più veloci che possono giocare con i sistemi meteorologici?
È davvero un circolo virtuoso. Oggi i foil sono un po’ come le modalità turbo di queste barche. Nel 2016 siamo stati i primi a mettere i foil, eravamo in una fase di scoperta, stavamo facendo chiarezza. Qualcuno pensava che fossimo pazzi, sembrava quasi una follia fare il giro del mondo in monoscafo con i foil. In 8 anni questa tecnologia si è evoluta enormemente, le barche vanno molto più veloci. Particolarmente controvento e al traverso. È qui che le barche hanno guadagnato prestazioni.
Lo abbiamo visto nel record delle 24 ore che è stato battuto più volte durante la discesa dell’Atlantico meridionale. Trascorrevano giorni viaggiando per 500 o 600 miglia. 600 miglia erano impossibili con le nostre barche 8 anni fa. Questo permette a chi va veloce di stare al passo con i fenomeni, di poter evitare zone di vento perturbato, o addirittura di attraversare il mare, soprattutto al Sud. I ricchi diventano ancora più ricchi. Lo abbiamo visto nel Pacifico, quando è avvenuta la rottura con gli altri favoriti. C’è stato uno stacco tra i primi 3 e gli inseguitori. Arriveranno tra 10 giorni, entro i tempi del mio record precedente.
Hai già nostalgia di questo disco?
8 anni non sono male. E sono felice che sia Charlie. E’ una persona che conosco bene, che ho visto arrivare sul circuito di Imoca. Si era appena laureato in architettura, cercava lavoro in questo tipo di progetti, lo abbiamo assunto con il mio ex team, Brit Air. Venne anche a navigare sulla Ultim Banque Populaire. I nostri background sono un po’ simili. Anche lui ha avuto una storia travagliata con il Vendée Globe. 4 anni fa, ha vissuto un arrivo difficile. Io nel 2012 sono arrivato solo 3 ore dopo François Gabart, è qualcosa che nutre. Per tutti questi motivi, è positivo che sia lui a prendere il controllo del primato.