Achille Muller ha ricevuto la medaglia d’oro della Città di Pau

Achille Muller ha ricevuto la medaglia d’oro della Città di Pau
Achille Muller ha ricevuto la medaglia d’oro della Città di Pau
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Il colonnello Achille Muller, ultimo sopravvissuto delle Forze francesi libere ad aver partecipato allo sbarco del 6 giugno 1944, è stato decorato, questo sabato, 11 gennaio, con la grande Medaglia d’Oro della Città di Pau. Gli è stato consegnato dal Primo Ministro e sindaco di Pau François Bayrou, nel corso di una cerimonia di omaggio svoltasi al Palazzo Beaumont. Tutto questo, appena dieci giorni dopo che Achille Muller ha festeggiato il suo centesimo compleanno, il 1° gennaio.

La cerimonia è iniziata con un discorso di François Bayrou, che ha acclamato un “eroe”. «È un evento raro quello che viviamo oggi: è raro celebrare il centenario di un eroe che è, allo stesso tempo, un amico. Perché ci sono pochi eroi e meno amici di quanto pensiamo. Achille, come ormai lo conosce tutta la Francia, è questo eroe e questo amico che apprezziamo ogni giorno. » Prima di consegnargli la medaglia d’Oro, una nuova ricompensa per l’ex partigiano già decorato (in particolare) della Gran Croce della Legione d’Onore, la massima onorificenza francese. L’anno scorso ha accompagnato il presidente della Repubblica Emmanuel Macron durante la cerimonia dell’80° anniversario dello Sbarco, a Plumelec.


Achille Muller brandisce la medaglia d’Oro per la Città di Pau.

Quentin TOP/SO

Mai rifuggito dalle battute, Achille Muller ama dire che tutte le sue medaglie lo trasformano in un “albero di Natale”. Più tardi, sempre con lo stesso umorismo, spiegò: “Ricevere questa medaglia è per me una gioia e una sorpresa. La medaglia è magnifica. Sono molto onorato. Non immaginavo che avrei raggiunto i 100 anni, dopo aver combattuto tre guerre. Devi credere che dall’altra parte c’erano dei tiratori molto cattivi! »

Lezione di coraggio

Più seriamente, ha poi raccontato: “Ho tenuto conferenze nei licei. I ragazzi ascoltano e si chiedono come sia possibile essere ancora vivi dopo aver combattuto tre guerre. Io ho risposto scherzosamente: “Poiché sono piccolo, i proiettili sono andati oltre”. Non avendo altra spiegazione. »

Proiettili e pericoli, Achille Muller ne ha affrontati tanti nella sua vita. Da quando aveva 17 anni, quando decise di lasciare Forbach e la nativa Mosella, annessa ai tedeschi, per non essere incorporato con la forza nell’esercito tedesco. Parte quindi per un viaggio pazzesco, durato otto mesi, che lo vede oltrepassare la linea di demarcazione, in bicicletta, e raggiungere Lione, poi la Spagna per arrivare a Gibilterra dove si imbatte in una nave francese di Vichy. Ritornò poi in Inghilterra dove, imprigionato dall’esercito britannico che lo prese per una spia tedesca, trascorse 70 giorni in prigione. Rilasciato, incontra il generale de Gaulle. Si è poi unito ai paracadutisti. Dopo una lunga attesa, il 5 agosto 1944, a Erdeven, Achille Muller, pilota di Jeep, atterrò a bordo di un aliante dietro le linee nemiche in Bretagna. Il suo primo gesto: abbracciare la sua terra di Francia.

Facendo eco a questo viaggio straordinario, che vedrà Achille Muller combattere anche in Indocina e Algeria, dopo aver continuato la sua carriera nell’esercito, François Bayrou dirà che offre una “lezione di coraggio”, prima di concludere: “ Grazie Achille. »

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