(BFM Bourse) – I prezzi del petrolio sono aumentati di oltre il 4% questo venerdì, 10 gennaio, poiché gli investitori temono che Washington adotti sanzioni contro la “flotta fantasma” russa che trasporta 1,7 milioni di barili al giorno.
Venerdì il prezzo del petrolio balza, con il barile di Brent che supera gli 80 dollari, spinto dalle possibili sanzioni che gli Stati Uniti si preparano ad adottare contro la “flotta fantasma” russa, che potrebbero avere ripercussioni sulle esportazioni petrolifere del Cremlino.
Intorno alle 14:45 GMT (15:45 a Parigi), il prezzo di un barile di Brent del Mare del Nord, con consegna a marzo, è aumentato del 4,12% a 80,09 dollari.
Il suo equivalente americano, un barile di West Texas Intermediate, con consegna a febbraio, è aumentato del 4,36% a 77,14 dollari.
“Si prevede che gli Stati Uniti annunceranno presto nuove sanzioni contro la Russia”, affermano gli analisti della DNB, “anche su molte petroliere, che interromperanno ulteriormente le esportazioni di greggio russo”.
Ricerca fornitori alternativi
La Russia è il secondo produttore mondiale di petrolio greggio e la sua “flotta fantasma”, composta da circa 600 navi, trasporta quasi 1,7 milioni di barili di petrolio al giorno, secondo le stime di Londra dello scorso luglio.
Sanzioni simili sono state adottate a dicembre contro l’Iran dagli Stati Uniti e contro la Russia da parte dell’Unione Europea.
“Alcuni segnali mostrano l’efficacia delle sanzioni occidentali contro la flotta fantasma russa”, afferma Carsten Fritsch, analista di Commerzbank, che evidenzia un livello di esportazioni di petrolio greggio russo al livello più basso dall’agosto 2023.
“Di conseguenza, l’India deve cercare fornitori alternativi, soprattutto nel Medio Oriente, il che crea una domanda aggiuntiva” e fa salire i prezzi, spiega Carsten Fritsch.
Il calo delle esportazioni di greggio iraniano e russo legato alle sanzioni costringerà anche “la Cina a cercare altre alternative”, indica Tamas Varga, analista di PVM.
Le nuove sanzioni statunitensi potrebbero quindi ridurre significativamente la disponibilità di petrolio russo nel breve termine.
Il mercato è favorito anche dal clima molto freddo negli Stati Uniti, “che dovrebbe portare ad un aumento della domanda di combustibili per riscaldamento”, riferisce John Plassard, analista di Mirabaud.
Questa settimana il mercato ha assistito anche al “settimo calo settimanale consecutivo delle scorte di petrolio greggio negli Stati Uniti”, aggiunge l’analista, che tende a far salire i prezzi sul mercato.
Nelle ultime settimane i prezzi dell’oro nero sono aumentati notevolmente e, secondo Bjarne Schieldrop della SEB, “l’attuale forza del petrolio forse non è solo un fuoco di paglia e potrebbe durare”.
(Con AFP)
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