Settori come l’edilizia, il settore immobiliare e il commercio stanno subendo le conseguenze di una situazione economica tesa, che mette a rischio migliaia di posti di lavoro.
Il rapporto annuale della BPCE L’Observatoire conferma un’esplosione di fallimenti aziendali nel 2024. Con 66.422 fallimenti registrati, questa cifra è la più alta dal 2009. In un contesto economico segnato dall’inflazione, dall’aumento degli interessi sui fallimenti e da un rallentamento generale, questi fallimenti riguardano in particolare le PMI e le IET, con ricadute significative sull’occupazione.
Un anno record per i fallimenti
Secondo il rapporto BPCE L’Observatoire, nel 2024 sono fallite 66.422 aziende, con un aumento del 28% rispetto al 2019, prima della crisi sanitaria. Questo livello supera del 17% quello registrato nel 2023 e costituisce un record degli ultimi quindici anni.
Particolarmente colpite sono state le piccole e medie imprese: 5.265 PMI ed ETI hanno dichiarato default, ovvero un aumento del 51% rispetto al 2019. Il rapporto attribuisce questo aumento a un “recupero parziale” dei fallimenti evitati tra il 2020 e il 2022 grazie alle misure sostegno messo in atto durante la crisi sanitaria.
Settori e regioni pesantemente colpiti
L’edilizia, il commercio, il settore immobiliare e i servizi alle imprese sono tra i settori più colpiti, concentrando gran parte delle insolvenze. Nel settore immobiliare e nel settore ricettivo e della ristorazione la situazione è particolarmente preoccupante, con tassi di fallimento elevati e un netto calo dell’attività.
Anche dal punto di vista regionale le disparità sono significative. Secondo L’Observatoire BPCE, alcune regioni come l’Aquitania e il Poitou-Charentes hanno registrato un aumento dei guasti tra il 34% e il 43% rispetto al 2019. Al contrario, regioni come la Lorena e il Limosino sono state relativamente salvate, con incrementi inferiori al 15% .
Impatto significativo sull’occupazione e prospettive fosche per il 2025
I fallimenti aziendali hanno messo a rischio quasi 260.000 posti di lavoro nel 2024, con un incremento del 41% rispetto al 2019. BPCE L’Observatoire sottolinea che i settori dell’edilizia, del commercio e dell’alloggio e della ristorazione concentrano più della metà dei posti di lavoro minacciati, che rappresentano una quota significativa la forza lavoro occupata in determinati settori.
Il gruppo prevede un ulteriore aumento delle insolvenze per il 2025, con la previsione di circa 68.000 imprese in difficoltà. A differenza del 2024, questo aumento dovrebbe riguardare soprattutto le strutture molto piccole, mentre il tasso di fallimenti potrebbe rallentare per le PMI e le ETI.
Il rapporto evidenzia che questa tendenza si inserisce in un contesto economico caratterizzato da crescita limitata, incertezza politica e fine delle misure di sostegno messe in atto durante la crisi sanitaria.