Dopo l’incendio, Adesia si aggrappa ad Arnas

Dopo l’incendio, Adesia si aggrappa ad Arnas
Dopo l’incendio, Adesia si aggrappa ad Arnas
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Mostrando Sébastien Martin, presidente di Grand Chalon e Intercommunalités de , un’impresa industriale del suo territorio, Pascal Ronzière, direttore della comunità d’agglomerazione Villefranche Beaujolais Saône (CAVBS), si è rivolto a Adesia ha respiro : “Ho trovato interessante scegliere un’azienda in crescita ma che affronta le difficoltà del cambiamento del settore, soprattutto per continuare il suo sviluppo”.

I quattro intercomuni di BeaujolaisCAVBS compreso, lo sono infattietichettatoTerritorio industriale da inizio novembre 2023: oltre al sostegno agli investimenti statali, l’idea è in particolare quella di mettere in campo un piano d’azione per lo sviluppo dell’industria del territorio, di concerto tra attori e politiche industriali ed economiche.

Con quasi 17 milioni di euro di fatturato (CA) nel 2024, di cui 60% fatto alesportare presente in una trentina di Paesi, Adesia, che quest’anno festeggia i suoi 50 anni, è una delle industrie che fanno brillare il territorio a livello internazionale. Specializzata in soluzioni di fissaggio, l’azienda lavora con 25 colle diverse e offre vari adesivi tecnici.

“Si va dai 20 ai 450 grammi di colla al m2 a seconda delle esigenze”ha spiegato Guillaume Sarrazin, presidente di Adesia, durante la presentazione della sua azienda che attualmente impiega 70 dipendenti.

“L’incendio ha interrotto la nostra crescita”

In effetti, se l’azienda fosse in grado di operare in modo bellissimo diversificazione tutta la sua esistenza – i suoi adesivi sono utilizzati nel settore automobilisticoautomobilistico e dei trasportiDi mediconelindustria e nel edificio e il costruzione – l’incendio avvenuto nel dicembre 2022 è stato un duro colpo le cui ripercussioni continuano a farsi sentire.

2 000 mq2 le officine andarono in fumo in poche ore, distruggendo completamente uno dei quattro edifici presenti su un’area di oltre 26.000 m2.

Con diverse conseguenze dannose per Adesia : la mancanza di spazio di stoccaggio per la produzione, in primo luogo, ma anche la perdita di opportunità nel campo della adesivi medici.

Proprio nell’edificio danneggiato l’azienda disponeva di una camera bianca, un ambiente ad atmosfera controllata che le ha permesso di sviluppare prodotti sensibili in questo settore. “Non siamo stati in grado di avviare mercati in cui noi lavorava da due o tre anni. L’incendio ha interrotto la nostra crescita”– ha sottolineato il direttore dell’azienda.

Nel 2024, infatti, il fatturato dell’azienda è tornato ai livelli del 2022. Tuttavia Adesia riesce comunque a far bene: la sua divisione edilizia ne è un esempio.

Creata nel 2021, ha conosciuto un successo crescente e oggi rappresenta il 30% della sua attività, compensando il calo del mercato automobilistico.

L’ecologizzazione del settore dell’edilizia, legata in particolare all’attuazione delle normative energetiche e ambientali del 2020, è stata una vera opportunità per l’azienda, con molti materiali utilizzati nelle abitazioni passive che necessitano di essere uniti e quindi adesivi, ad esempio nelle costruzioni a telaio in legno .

Progetti angusti

Durante la visita all’azienda, Guillaume Sarrazin e il suo direttore industriale Jean-Philippe Baillot hanno potuto illustrare le diverse attività di Adesiadalla spalmatura della colla sugli adesivi al taglio e bobinatura, compreso il reparto ricerca e sviluppo, nel quale ogni anno viene reinvestito oltre il 5% del fatturato annuo.

© ZB – Una delle tante macchine dell’azienda.

IL transizione ecologicaÈ anche al centro dei progetti dell’azienda: che attualmente utilizza forni a gas per la sua produzione, vedrà ad esempio l’arrivo di un primo apparecchio 100% elettrico nel maggio di quest’anno.

“Entro il 2030, vogliamo ridurre le nostre emissioni relative di gas serra del 27%”spiegò il direttore dell’azienda.

Un altro grande progetto è quello di ricostruire l’edificio danneggiato dall’incendio: se per quest’ultimo ha ottenuto la concessione edilizia, la copia è attualmente in fase di revisione perché con le attuali norme vigenti, è impossibile ripetere le stesse attività in quest’ultimo se viene costruito come tale.

Secondo il direttore, non sarà terminato prima della fine del 2026. Un problema simile esiste con l’edificio D sul suo sito, in cui l’azienda può produrre ma non immagazzinare.

Fatte salve le sezioni 1510 e 2940 degli impianti classificati per la protezione dell’ambiente (ICPE), l’azienda si trova in un vicolo cieco per soddisfare le numerose norme imposte sul suo attuale sito di Zac de Chavanne dove è stabilita dal 1998. .

“Per l’edificio D ha talmente tanti punti non conformi da essere inestricabile. A parte realizzare un nuovo edificio in base al decreto ministeriale, è impossibile adeguare quello vecchiosi lamentava Guillaume Sarrazin. Non siamo contrari alla regolamentazione, ma gli sviluppi non devono essere troppo rapidi. Penso che il Territorio dell’Industria possa permettere agli eletti di prendere coscienza di ciò che possono cambiare“.

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