Chi se ne frega se quello che definiscono “un mascalzone“è finalmente”è morto di una bella morte“. E cosa importa se questo incontro alla fine ha poco significato politico. Il momento era semplicemente quello di una festa sincera, martedì sera a Marsiglia. Dopo un appello trasmesso sui social network, pochi minuti dopo l’annuncio della morte di Jean-Marie Le Pen, diverse centinaia di persone si sono radunate nel Porto Vecchio, in un clima di festa.condividere un buon momento“, champagne sotto braccio e bomboniere in mano, cantando”Tutti odiano Le Pen“.
“Sono semplicemente felice e dovevo celebrare l’occasionedice Marcel, 34 anni. Per celebrare la morte di un antisemita, negatore dell’Olocausto e torturatore della guerra d’Algeria. Alcuni rappresentanti politici fingeranno rispetto per quest’uomo. Veniamo a dire che non c’era nulla di rispettabile in lui.“
“Abbiamo promesso di celebrare la sua morte”
Se tra i giovanissimi, Jean-Marie Le Pen è più un “spaventapasseri dell’estrema destra“quanti avversari sono stati combattuti direttamente, tutti vengono anche a cantare”la lotta continua“.
“Lo aspettavamo da anni e ci siamo ripromessi di celebrare la sua morteconfidano Audrey e Delphine, sulla cinquantina. E, anche se questa celebrazione si svolge in un contesto in cui le sue idee nauseanti e razziste si sono diffuse oltre l’estrema destra, esprimere gioia è anche un atto militante per ricordarci chi è il nostro nemico.“
Una visione condivisa da Nico, 52 anni, venuto con il figlio 18enne a “celebrare la morte di questo vecchio mascalzone“Se per il figlio, Jean-Marie Le Pen è un personaggio.”dell’ordine della storia, di cui sento parlare da Minot“, ricorda il padre”anni di combattimenti“. “Le sue idee 20 anni fa erano in minoranza, oggi rappresentano il 40% nelle urne, quindi non abbiamo davvero vinto la battagliase ne rammarica. Ma dobbiamo gioire comunque questa sera, senza abbassare la guardia, soprattutto nei confronti di nostra figlia.”
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