Dopo aver brindato allo “spumante a due palle”, Séverine, 25 anni, “lavoratrice precaria”, brandisce una bottiglia di succo di mela frizzante, “un Champomy dei poveri”. Poi canta “Buon anno, buona salute, Jean-Marie è morto! » prima di mandare un bacio ai vicini sconosciuti che, dal canto loro, si mettono a ballare sull’asfalto.
Come lei, diverse migliaia di manifestanti si sono riuniti questo martedì sera a partire dalle 19 in Place de la République a Parigi, rispondendo all’invito lanciato poche ore prima sui social network per un “aperitivo gigante” per celebrare la scomparsa del fondatore del Fronte nazionale. .
“È un momento di gioia, lo aspettavamo da tanto. Questo ragazzo orribile se n’è finalmente andato dopo aver perseguitato la politica, anche dopo il suo pensionamento. È simbolico, è un sorriso nella nostra lotta contro l’estrema destra”, applaude la salariata “marxista-leninista, un po’ maoista” mentre la sua voce viene improvvisamente coperta da un concerto di ululati.
Tra la folla, una larga maggioranza di giovani che, per alcuni, non erano nati quando “i Menhir” salirono al secondo turno delle elezioni presidenziali del 2002. Molti si dichiarano di estrema sinistra, altri non appartengono a nessun partito. Sono venuti a piedi, in metropolitana, in bicicletta o in skateboard. Tra gli slogan si sente “E i giovani fanno incazzare il Fronte Nazionale!” », “Uno Due Tre Viva l’Algeria! », “Parigi Parigi antifa! » oppure “Marine Le Pen la prossima!” »
“Una forma di liberazione”
Charles, un 27enne baffuto che si identifica con le idee del Nuovo Fronte Popolare (NFP), sente “una forma di liberazione”. «Anche se l’effetto Jean-Marie Le Pen c’è ancora», continua lo studente di giurisprudenza che aspira a diventare avvocato. Hassina, studentessa 26enne di origine algerina, aspettava “da anni” questa serata.
“Sono cresciuto con l’idea che Jean-Marie Le Pen fosse il diavolo. Nel 2002 spaventò moltissimo i miei genitori. Quando ho detto a mia madre che era morto, era molto felice”, sussurra questo ex elettore di LR e macronista che ora vota LFI. “Ma è l’uomo che è morto, non l’ideologia”, dice il suo amico serio.
A pochi metri di distanza, un camion della spazzatura suona il clacson in segno di manifestazione. Un cartello con lettere colorate attira l’attenzione. “Lo sporco razzista è morto”, si legge da un lato e “Che bella giornata!” » dall’altro.
Al primo piano della statua della Repubblica, sotto la Marianna di bronzo, gli ospiti sventolano bandiere berbere, palestinesi, turche o LGBT. Uno di loro si destreggia con bastoni ardenti. Sono stati accesi fumogeni e lanciati colpi di mortaio come fuochi d’artificio (incontrollati) che hanno suscitato applausi.
L’indignazione di Bruno Retailleau
A Lione (Rodano) si sono riunite per la stessa occasione fino a 600 persone. A Marsiglia (Bouches-du-Rhône), dove nel Porto Vecchio si sono radunate tra le 200 e le 300 persone, l’atmosfera era anche festosa, tra bottiglie di champagne, cappellini da festa e questo cartello: “Finalmente”.
Tante scene di giubilo che hanno provocato l’ira di Bruno Retailleau, definendole “vergognose”. Su X il ministro dell’Interno ha dichiarato che «niente, assolutamente nulla giustifica la danza su un cadavere».