“I dazi doganali imposti alla Cina non faranno dell’Europa un campione dei veicoli elettrici”

“I dazi doganali imposti alla Cina non faranno dell’Europa un campione dei veicoli elettrici”
“I dazi doganali imposti alla Cina non faranno dell’Europa un campione dei veicoli elettrici”
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lLo shock generalmente si verifica non appena si lascia l’aeroporto. È lì, nel taxi che li porta al centro di Shanghai, Pechino, Canton o Shenzhen, che i visitatori stranieri scoprono queste nuove auto. Hanno nomi totalmente sconosciuti, Voyah, Aion, Zeekr, Nio; loghi e design mai visti prima, come un nuovo pianeta automobilistico.

Questo universo separato è, tuttavia, diventato la maggior parte del mercato globale delle automobili elettriche: secondo la China Passenger Vehicle Association, il mercato cinese rappresenta oggi il 70% delle vendite di veicoli a nuova energia nel mondo – elettrici e ibridi – rispetto al 52% nel 2022. Dal luglio 2024, questi nuovi veicoli energetici rappresentano più della metà delle vendite totali di automobili in Cina, mentre si avvicinano a un quarto del mercato automobilistico in Europa.

L’adozione popolare dei veicoli elettrici porta all’installazione di più stazioni di ricarica, che a loro volta facilitano l’adozione di queste auto. Questo dominio crea posti di lavoro, che rafforzano la determinazione politica cinese: spinge gli anelli della catena industriale verso l’innovazione. Si tratta quasi di circoli che gli economisti definirebbero virtuosi e che i partiti politici europei attenti all’ecologia auspicano, dove la transizione sviluppi l’economia invece di penalizzarla.

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Naturalmente, la Cina ha le sue sfide, e sono colossali. Dato che il 60% della sua elettricità proviene ancora dal carbone, possiamo considerare che le sue auto elettriche funzionano… a carbone. L’eccesso di marchi e di produzione è del resto evidente. Il 2024 è stato l’anno della guerra dei prezzi, ma per l’analista Lei Xing, conduttore del podcast “China EVs and more”, il 2025 sarà un anno «bain de sang» tra i produttori cinesi, il che avrà un costo sociale.

Massiccia politica di sussidi

Ma ciò che la Cina punta è il mercato: lì la domanda di veicoli elettrici è ormai ben radicata. Il discorso politico a sostegno dell’auto elettrica è sempre stato costante, perché Pechino lo vedeva come un’opportunità di svolta. In Europa e negli Stati Uniti i produttori si sono adagiati sugli allori: motori a combustione. Molti leader politici hanno avuto difficoltà a trasmettere un messaggio del genere ai propri cittadini, o addirittura gli sono stati ostili, come il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump.

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