François Legault non verserà una lacrima dopo le dimissioni di Justin Trudeau

François Legault non verserà una lacrima dopo le dimissioni di Justin Trudeau
François Legault non verserà una lacrima dopo le dimissioni di Justin Trudeau
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François Legault eviterà di colpire pubblicamente Justin Trudeau, che si è appena inginocchiato a terra, per non indebolirlo ulteriormente di fronte a Donald Trump. Un divario ideologico separa però i due uomini e il leader del CAQ sarà felice di passare ad un altro compagno di ballo a livello federale.

Nell’ufficio del Primo Ministro del Quebec, nel corso degli anni, abbiamo costantemente deplorato l’atteggiamento di Justin Trudeau, descritto come “il primo ministro più accentratore della recente storia canadese”.

Il leader liberale ha speso alla cieca, arando senza alcuna esitazione nelle zone di giurisdizione provinciale.

Sanità, istruzione, senzatetto, alloggi… un’intrusione dopo l’altra, con grande sgomento del governo CAQ.

Su questioni delicate come la lingua, l’immigrazione, la laicità, le rispettive posizioni erano impossibili da conciliare.

Laddove il leader del CAQ invocava la lotta contro il declino del francese, Trudeau era preoccupato per i diritti degli anglofoni.

Il primo ministro federale ha contrapposto l’importanza del rispetto dei valori del Quebec al suo sacrosanto principio della libertà individuale.

Inevitabilmente non sono mancati momenti di alta tensione.

Il principale è stato quando François Legault ha sostenuto l’elezione di un governo conservatore di minoranza nel 2021, chiedendo così agli elettori di licenziare Justin Trudeau.

Lo ha poi definito “pericoloso”.

Il muro di Justin

Più e più volte, il Primo Ministro liberale ha respinto con disinvoltura le richieste del Quebec, pur mantenendo uno scintillante sorriso condiscendente.

Nessun nuovo potere sull’immigrazione.

Nessuna distribuzione più equa dei richiedenti asilo.

Nella migliore delle ipotesi, François Legault e i fatti stessi hanno finito per far piegare un po’ il testardo Trudeau, che ha finito per ammettere a malincuore di aver aperto troppo le porte dell’immigrazione.

Nonostante tutto, tra i due uomini non c’era né disprezzo né odio personale, dicono in Quebec.

Anche alcuni momenti di festa hanno costellato la relazione.

Nell’annunciare l’investimento in Northvolt, o l’inclusione di Chantier Davie nella strategia navale federale, il CAQ ha elogiato “Justin”, chiamandolo affettuosamente per nome.

Preoccupazioni e domande

Nel governo del Quebec, siamo preoccupati per il messaggio che le dimissioni di Trudeau inviano a Donald Trump, in un momento in cui dobbiamo impedirgli di decretare tariffe doganali dannose.

Se Pierre Poilievre diventasse Primo Ministro del Canada, il suo approccio sarebbe sicuramente meno centralizzatore di quello di Trudeau.

D’altra parte, i membri del CAQ si chiedono quale sarebbe la sua posizione precisa sull’immigrazione.

Se manterrebbe gli investimenti nel settore delle batterie o nella lotta al cambiamento climatico.

Quindi ci sono domande.

Ma sulle questioni fondamentali dell’identità e del rispetto delle competenze, François Legault probabilmente dice “buona liberazione”, vedendo Justin Trudeau dire addio.

Dopo questo lungo rapporto di amore/odio, non verserà una lacrima.

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