2 sessioni di sport al giorno, 3 litri di acqua… Serve davvero affrontare la “75 hard challenge” a inizio anno?

2 sessioni di sport al giorno, 3 litri di acqua… Serve davvero affrontare la “75 hard challenge” a inizio anno?
2 sessioni di sport al giorno, 3 litri di acqua… Serve davvero affrontare la “75 hard challenge” a inizio anno?
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Seguire una dieta equilibrata, allenarsi due volte per 45 minuti al giorno, leggere ogni giorno e bere 3 litri di acqua… Questo l’impegnativo programma della “75 Hard Challenge”, una sfida di 75 giorni dedicata ad uno stile di vita sano che sta facendo scalpore su TikTok. Molti influencer stanno iniziando, ma la domanda rimane: questa sfida popolare è sostenibile, ragionevole e, soprattutto, fa bene alla salute?

Né uno, né due. Poiché l’inizio dell’anno fa rima con buoni propositi, Jade Lefrançois si è ripromessa che il 2025 sarebbe stato il momento per lei di uscire dalla sua zona di comfort. Dal 1° gennaio il 24enne bordolese si è lanciato nella “75 hard challenge”, la celebre sfida dei 75 giorni che sta spopolando su Tiktok.

Ogni giorno, la giovane donna si impone ormai uno stile di vita particolarmente rigoroso: un’alimentazione sana, senza deviazioni né alcol, due sessioni di sport da 45 minuti al giorno di cui una all’aria aperta, bere 3 litri di acqua e almeno 10 pagine di lettura al giorno.

Uno stile di vita stoico sostenuto su Tiktok

Disoccupata da diverse settimane, Jade LeFrançois ha voluto “prendersi a calci in culo” all’inizio dell’anno:

“Giriamo velocemente in tondo quando non dobbiamo andare in ufficio ogni mattina”, racconta la giovane donna, che si sente più “vivace, vigile e dinamica” da quando applica questa rigorosa disciplina.

“Ho tempo, quindi è un’opportunità per scandire la mia vita con cose che mi fanno bene, documentando al contempo gli effetti benefici di questa sfida sulle mie reti.” Una scommessa vinta, visto che i suoi video “75 hard challenge” hanno permesso alla giovane di passare in pochi giorni da 3.600 a più di 10.300 iscritti a Tiktok.

Ma questo stile di vita impeccabile da rispettare nell’arco di un dato periodo è così salutare? Gli specialisti, intervistati da BFMTV, sono divisi: il dottor Emmanuel Debost, medico sportivo che esercita in Côte d’Or, non vede alcuno svantaggio. “Due 45 minuti di sport al giorno, ovvero 1 ora e mezza di attività fisica quotidiana, non è né più né meno di quello che consigliamo ai nostri pazienti, in realtà.”

“Il nostro stile di vita oggi è così sedentario che non direi di no a chi vuole praticare sport con tanta regolarità, purché l’intensità sia progressiva e adattata al proprio livello”, qualifica però il medico. .

Vincoli difficili da superare

“Un’attività sportiva regolare e variata abbinata ad una buona idratazione e ad un’alimentazione sana – e non draconiana – mi sembra un ottimo modo per rimettersi in forma”, continua il dottor Emmanuel Debost. “Fisiologicamente è perfettamente sostenibile ed è ancora più completo di ‘Dry January’ (un’altra sfida che consiste nel non bere una goccia di alcol durante il mese di gennaio)!”

Secondo lo specialista, non c’è rischio di sovrallenamento praticando un’ora e mezza di sport al giorno, purché sia ​​garantito un buon equilibrio tra cardio e rafforzamento muscolare. Jade Lefrançois, ad esempio, approfitta della sfida per scoprire ogni giorno nuove attività: yoga, camminata, bicicletta, corsa, pilates…

“Un po’ di lato ‘cammina o muori’”

Tutti concordano sul fatto che la cosa più difficile è riuscire a inserire tutti questi vincoli in un programma, soprattutto quando si lavora a tempo pieno o si hanno figli piccoli da accudire. Ma Charly Aourir è più dubbioso su questa tendenza nata sui social network. Per il tecnico sportivo “la sfida non è pericolosa di per sé ma sembra troppo estrema e restrittiva per essere applicabile così com’è”.

“In teoria è molto bello. Capisco perfettamente che l’idea possa essere attraente in video, ma per me è una trappola nel senso che non è sostenibile a lungo termine per la maggior parte delle persone. persone”, continua l’esperto di sport e nutrizione.

Insomma, Charly Aourir sconsiglia questo tipo di sfide, “molto americane nell’animo” e tutt’altro che adatte a tutti. Secondo lui “è meglio valutare lucidamente la propria prestazione attuale e poi alzare gradualmente il livello in termini di tempo, carico o intensità, piuttosto che voler impostare l’asticella troppo in alto fin dall’inizio”. “Ciò che mi dà fastidio è il piccolo aspetto ‘fai o muori’ che scoraggia e lascia da parte le persone che potrebbero volere moderazione”, aggiunge l’allenatore.

Tuttavia, sui social media sono emerse varianti più flessibili della sfida, denominate “75 Soft challenge” e “75 Medium challenge”, in cui i partecipanti possono consumare occasionalmente un drink alcolico e un pasto malsano pur continuando a fare esercizio. esercizio fisico e lettura.

Giovanna Bulant Giornalista BFMTV

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