L’ex capo di Stato è atteso lunedì pomeriggio alla corte di Parigi, questa volta per rispondere, per quattro mesi e insieme a tre ex ministri, alle accuse di finanziamento illegale della sua campagna del 2007 da parte della Libia di Muammar Gheddafi.
Altro processo per Nicolas Sarkozy: l’ex capo di Stato è atteso lunedì pomeriggio alla corte di Parigi, questa volta per rispondere, per quattro mesi e insieme a tre ex ministri, alle accuse di finanziamento illegale della campagna libica del 2007 da parte della Libia di Muammar Gheddafi. L’ex presidente, 69 anni, sarà presente all’apertura del processo alle 13.30, assicura il suo entourage, dicendosi “combattente” e “determinato” a dimostrare la sua innocenza di fronte a quella che ha sempre definito una “favola”.
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Accanto a lui, altri dodici imputati, tra cui Claude Guéant, Brice Hortefeux ed Eric Woerth. Un processo che poggia su dieci anni di un’indagine straordinaria: 58 richieste di assistenza penale internazionale in 25 paesi, sei giudici inquirenti, decine di agenti di polizia mobilitati…
Una nota potenzialmente falsa
Ciò che emerge è la tesi dell’accusa secondo cui Nicolas Sarkozy avrebbe finanziato la sua campagna con i soldi del regime di Gheddafi in cambio di aiuti per aiutare il dittatore a ritornare sulla scena internazionale, tesi che tuttavia appare fragile.
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A partire dalle innumerevoli varianti di Ziad Takieddine: ben 14 versioni diverse sono state fornite da questo solforoso imprenditore franco-libanese che ha avviato le indagini. Ha proposto una cifra di 400 milioni di euro, l’importo totale del denaro libico che, secondo lui, avrebbe finanziato la campagna di Nicolas Sarkozy. Tuttavia, e questa è un’altra zona grigia dell’indagine, i tribunali hanno proposto solo un importo di 250.000 euro come bonus pagati in contanti ai dipendenti dell’UMP.
Nessun movimento bancario sospetto secondo gli investigatori
Dove sarebbe andato il resto? Sono stati esaminati i conti bancari di Nicolas Sarkozy, delle sue successive mogli e il patrimonio di sua madre. Per gli investigatori non vi è alcun movimento bancario sospetto che lo riguardi, né alcun arricchimento personale. Alla fine è andato in frantumi il documento centrale di questa inchiesta: si tratta della nota libica pubblicata da Mediapart.
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Questo testo, attribuito ai servizi segreti libici, riporta un cosiddetto accordo del clan Gheddafi per un importo di 50 milioni di euro per finanziare la campagna. Solo che questo documento non è mai stato autenticato. Gli investigatori stimarono che ci fosse addirittura un’alta probabilità che si trattasse di un falso. Il processo contro Nicolas Sarkozy e gli altri 12 imputati durerà fino al 10 aprile.