“La giustizia riconosce la sentenza e quindi gli errori. Questo è il motivo per cui il ministro della Giustizia dimissionario ha deciso di non presentare ricorso”, ha aggiunto Van Tigchelt. “D’intesa con i genitori di Julie, gli stessi rappresentanti della Giustizia, della magistratura e del potere esecutivo vorrebbero chiedere scusa a tutta la popolazione e in particolare alla famiglia di Julie, al suo fidanzato, ai suoi amici e a tutti coloro che la conoscevano.” ha proseguito il Ministro della Giustizia uscente.
“Avrebbe dovuto essere in prigione”: la famiglia di Julie Van Espen fa causa allo Stato belga
Secondo Stijn Verbist, avvocato della famiglia di Julie Van Espen, queste scuse sono “storiche”. “E soprattutto il modo in cui ciò è avvenuto: è senza precedenti che alti rappresentanti della Giustizia abbiano chiesto scusa personalmente a nome della magistratura e del potere esecutivo. Si sono recati a casa della famiglia e hanno avuto un colloquio faccia a faccia”, sottolinea l’avvocato. “La famiglia apprezza molto queste scuse. Per loro il caso è ormai chiuso, così come per lo Stato belga. Non ci sarà alcun ricorso da parte dello Stato e la famiglia non chiederà risarcimenti. “
Erik Van Espen, il padre della vittima, ritiene che le scuse chiudano il processo: “Ora guardiamo al futuro. Ci sono ancora molte cose da cambiare all’interno del sistema Giustizia e noi vogliamo prenderne parte”.
Julie Van Espen è stata violentata e uccisa il 4 maggio 2019 da Steve Baekelmans, un uomo che era già entrato in contatto con la legge in diverse occasioni, in particolare per atti violenti e sessuali. Il 30 giugno 2017 è stato nuovamente condannato a 4,5 anni di carcere per stupro dal tribunale penale di Anversa, ma in quel momento il tribunale non ha ordinato il suo arresto immediato e si è dovuto attendere 23 mesi prima che fosse condannato anche lui per stupro. appello.
