La Transnistria, territorio filo-russo in Moldavia, teme di ritrovarsi “senza elettricità”

La Transnistria, territorio filo-russo in Moldavia, teme di ritrovarsi “senza elettricità”
La Transnistria, territorio filo-russo in Moldavia, teme di ritrovarsi “senza elettricità”
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“In Transnistria utilizziamo attualmente un terzo in più della capacità prodotta”

Di fronte alle temperature invernali e ai tagli giornalieri al riscaldamento centralizzato degli edifici, i residenti sono stati costretti a riscaldarsi con la legna o a ricorrere a stufette elettriche individuali, aumentando ulteriormente la pressione sulla rete elettrica. “In Transnistria oggi utilizziamo un terzo in più della capacità prodotta, capisci? E se questa situazione continua […] potrebbero verificarsi malfunzionamenti tecnologici e persino un incendio”, ha espresso lunedì il suo allarme alla popolazione, il leader di questo territorio, Vadim Krasnosselski. Se questa situazione continua “ci ritroveremo senza elettricità”, ha avvertito.

Questo contro Gazprom

Il colosso russo Gazprom ha finora rifornito di gas la Transnistria tramite il fornitore locale Tiraspoltransgaz, senza che quest’ultimo paghi per le consegne. La Transnistria ha inviato richieste di pagamento a Chisinau, aumentando gradualmente il debito della Moldova nei confronti di Gazprom.

Il conflitto sull’ammontare del debito da saldare con Gazprom – stimato in oltre 700 milioni di dollari da Mosca, ma stimato in soli 9 milioni circa da Chisinau – ha spinto il colosso russo a chiudere il rubinetto dal 1È Gennaio.

Il resto della Moldavia è stato finora risparmiato dai tagli, ma dipende per gran parte del suo fabbisogno elettrico dalla centrale termoelettrica di Cuciurgan, situata in Transnistria.

Riserve di “50-52 giorni”

Questa importante infrastruttura, che produceva fino all’80% della produzione elettrica della Moldova, non fornisce più dal 1È Gennaio supera il territorio della Transnistria e ora funziona a carbone, con riserve stimate dalle autorità all’inizio di gennaio a “50-52 giorni”, o fino a metà febbraio.

Lunedì l’ambasciata russa a Chisinau ha dichiarato di “osservare con preoccupazione il rapido deterioramento della situazione”, accusando i “media filogovernativi” in Moldavia e Ucraina di “attribuire cinicamente la colpa della crisi energetica” a Mosca.

L’ambasciata russa ha aggiunto di respingere l’idea che “Mosca abbia abbandonato Tiraspol”. Gli “attacchi propagandistici” mirano, secondo lei, a “minare la fiducia degli abitanti della Transnistria nella Russia”.

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