Di SC, Le Figaro Nantes
Pubblicato
3 gennaio alle 17:19,
aggiornato 3 gennaio alle 17:53
Un giovane di 23 anni è stato condannato a 8 mesi di carcere per atti di ribellione, oltraggio e per aver minacciato agenti di polizia durante un controllo d’identità. L’accusa dovrebbe impugnare questa decisione, il che equivarrebbe a un errore giudiziario.
La scena è avvenuta il 31 dicembre, in una lavanderia a gettoni a Saint-Nazaire (Loira Atlantica). Durante un controllo di polizia effettuato questo martedì mattina, nei pressi dello stabilimento situato nel quartiere sensibile di Méan-Penhoët, la polizia è stata aggredita da un individuo di 23 anni privo di documenti e con un coltello. In una situazione irregolare, il giovane, però, resiste al suo arresto. Lui si oppone e minaccia di morte gli agenti di polizia che cercano di controllarlo, ammanettarlo e portarlo alla stazione di polizia. Consegnato definitivamente al tribunale, è uscito libero il 2 gennaio.
Il sospettato è stato ascoltato giovedì nel corso di un’udienza di comparizione immediata presso il tribunale penale di Saint-Nazaire. L’imputato sostiene di aver reagito solo ad un intervento ritenuto troppo energico dalla polizia al momento del suo arresto. Come ricorda il suo avvocato, Me Maud Lesève, il caso è stato ridotto parola per parola, poiché gli agenti di polizia presenti durante l’operazione non avevano acceso le telecamere dei pedoni. Applicazione della legge “siamo quindi un po’ come giudice e parte in causa in questa vicenda. Ovviamente le loro parole hanno più valore di quelle di una persona in situazione irregolare”stima l’avvocato nelle colonne di Francia occidentale .
Errore giudiziario
La Procura di Saint-Nazaire ha chiesto otto mesi di reclusione per il giovane migrante privo di documenti, già noto ai tribunali e per questo processato quel giorno per atti di “ribellione”, “insulti” e “minacce di morte” contro soggetti che detengono pubblici poteri. Oppure una detenzione continuata dell’imputato che era stato brevemente incarcerato al termine della sua custodia di polizia. La sentenza è stata ben diversa, con una semplice pena sospesa a otto mesi. Tuttavia, tale decisione corrisponderebbe ad un errore giudiziario.
“Il giudice ha ritenuto che la precedente condanna dell’imputato non fosse definitiva, anche se era stata effettivamente notificata alla Procura della Repubblica” preciso a Figaro l’avvocato della polizia, Me Sylvie David, il che significa che il giovane non poteva beneficiare di una nuova semplice sospensione condizionale della pena. Se ne è accorto anche il rappresentante del pubblico ministero che ha annunciato di voler ricorrere in appello. Il caso verrà deciso in data non ancora stabilita presso la Corte d’appello di Rennes.