Di fronte al “dollaro forte” previsto per il 2025, il Marocco si prepara ad affrontare molteplici impatti, che vanno dall’aumento delle bollette energetiche alla maggiore pressione sul budget di compensazione. Ma questo aumento potrebbe avvantaggiare anche alcuni settori chiave. Analisi…
Con il 46% delle transazioni commerciali denominate in dollari contro poco più del 50% in euro, il peso della moneta americana nel commercio estero marocchino riflette la geografia degli sbocchi internazionali dei suoi operatori economici.
La valuta americana pesa il 40% nel paniere di quotazione del dirham. Il suo apprezzamento, previsto dai mercati, avrà un impatto soprattutto sulla bolletta energetica e sul budget di compensazione. In risposta ad una domanda posta su questo argomento, un ex segretario del Tesoro americano (l’equivalente del ministro delle Finanze) negli anni ’70, rispose che “il dollaro è la nostra moneta, ma questo è il vostro problema”.
Questa battuta mantiene ancora la sua rilevanza, anche per il Marocco, dove il peso del biglietto verde nel paniere delle quotazioni del dirham è fissato al 40%. La minima oscillazione al rialzo o al ribasso della valuta americana si ripercuote, oltre che sulla bilancia dei pagamenti del Regno, anche sul bilancio dello Stato attraverso le spese di compensazione. Gli acquisti di gas butano e le importazioni di grano tenero sono, infatti, essenzialmente denominati in dollari.
Tuttavia, i trader valutari e i professionisti del mercato dei cambi prevedono tutti un “dollaro forte” nel 2025. Spinti dalla politica della Federal Reserve e dagli annunci di Donald Trump, i tassi di interesse rimarrebbero a un livello relativamente alto negli Stati Uniti. aumentare l’attrattiva del biglietto verde tra gli investitori.
Giovedì l’euro è sceso al livello più basso degli ultimi due anni contro il dollaro, spinto al rialzo dall’imminente ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, che prevede politiche che potrebbero aumentare l’inflazione negli Stati Uniti. Intorno alle 11:55 GMT dello stesso giorno, la moneta europea ha perso lo 0,23% contro il biglietto verde, a 1,0332 dollari per euro, dopo essere crollata a 1,0314 dollari, il livello migliore dalla fine di novembre 2022 contro la moneta americana.
Sul mercato dei cambi, il biglietto verde si è rafforzato anche nei confronti della valuta britannica, che ha perso lo 0,51%, a 1,2453 dollari per sterlina, dopo il minimo dall’aprile 2024, a 1,2435 dollari per sterlina. Il tasso USD/MAD, da parte sua, è aumentato del +1,78% nel 2024. L’annunciato apprezzamento del dollaro viene monitorato molto attentamente dal Ministero delle Finanze.
Secondo le ultime previsioni, un aumento di 1 dollaro del prezzo del petrolio farebbe aumentare la bolletta energetica del Marocco di 1 miliardo di dirham, facendo crollare ulteriormente il deficit commerciale. Inoltre, la volatilità dei prezzi delle materie prime agricole influenzerà la bilancia dei pagamenti, soprattutto se la stagione dei cereali sarà ancora nella media, costringendo il Regno a importare grandi quantità di grano per coprire le proprie esigenze di consumo.
Per mantenere in funzione la sua industria e il suo parco automobilistico, il Marocco importa non solo prodotti petroliferi finiti in miliardi di DH, ma anche carburante, molto carbone per le centrali elettriche ONEE, gas e fattori produttivi pagati in dollari.
Al Ministero del Bilancio e alla Banca Al-Maghrib, i funzionari esamineranno attentamente la curva di evoluzione della valuta americana, calcolatrice alla mano. Anche un piccolo apprezzamento del biglietto verde significa più soldi da stanziare per sovvenzionare il gas butano domestico, la voce più grande nel budget di compensazione.
Su ogni bottiglia da 12 kg venduta al droghiere per 50 dirham (l’85% del consumo), il Tesoro paga più di 70 dirham come sussidio. L’impatto sul servizio del debito del Tesoro sarebbe relativamente limitato, dato che solo 1/3 del debito in circolazione sarebbe denominato in dollari.
Secondo l’Ufficio dei cambi, il 50,6% dell’import-export del paese è denominato in euro e il 46,1% in dollari. Nonostante l’aumento delle transazioni commerciali con l’area del dollaro in Asia a partire dalla metà degli anni 2000, questa mappatura non è cambiata strutturalmente.
Inoltre, troviamo lo stesso quadro nella politica di finanziamento esterno del paese. Il debito pubblico estero è denominato per il 63,1% in euro e per il 36,1% in dollari e valute garantite. D’altro canto, l’apprezzamento del dollaro potrebbe esercitare una maggiore pressione sulle riserve valutarie, dato che quasi la metà delle nostre importazioni sono denominate in dollari.
Con una parità dollaro/MAD leggermente meno favorevole, le aziende acquistano i loro input importati a condizioni molto migliori e potrebbero temere l’effetto sulla loro competitività di prezzo. Ma ci sono anche alcuni vincitori del dollaro forte sostenuto da Donald Trump. Infatti, dal 35% al 40% delle esportazioni marocchine sono denominate in dollari. Il più preoccupato è il gruppo OCP, numero uno al mondo nei fosfati e derivati. Più il dollaro sale, più i suoi ricavi si consoliderebbero. Non è il Tesoro a lamentarsi di questo.
Materie prime: previsioni BAM
Sui mercati delle materie prime, il prezzo del Brent dovrebbe mantenere il suo trend al ribasso nell’orizzonte di previsione, raggiungendo i 79,8 dollari quest’anno, i 74,5 dollari nel 2025 e poi i 69,1 dollari nel 2026. Per quanto riguarda il carbone, il suo prezzo continuerebbe a scendere nel 2024, prima di recuperare nel 2026. 2025 e 2026.
Per quanto riguarda il gas naturale, le proiezioni di ottobre della Banca Mondiale per il mercato europeo indicano una contrazione dei prezzi nel 2024 prima di un leggero apprezzamento nel 2025 e nel 2026. Per i prodotti alimentari, l’indice FAO dovrebbe registrare incrementi del 4,5% nel 2025 e dell’1,2% nel 2025. 2026.
Abashi Shamamba / Ispirazioni ECO