“L’amore nel presente” di John Crawley: Il capo e l’uomo Weetabix

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Viviamo nel tempo (L’amore nel presente), uscito il 1 gennaio, è il primo “grande ” del 2025? È una domanda che vale la pena porsi, perché mentre è facile prendere in giro i “romanzi cinematografici”, la sua sottigliezza e interpretazione ne fanno un’opera “a parte”. E un momento di emozione molto bello.

Andrew Garfield, Florence Pugh – Copyright Peter Mountain / Studiocanal GmbH

Probabilmente non sono molte le persone tra gli spettatori del 2025 che ricordano o che hanno visto il film Storia d’amoreil film di Arthur Hillerdel 1970, che raccontava una tragica “storia d’amore” a causa della leucemia della sua eroina: questo film fu tuttavia uno dei maggiori successi popolari del suo tempo, e, anche se venne regolarmente deriso dalla critica, che lo trovò anch’esso “ ovvio” nella descrizione di una relazione romantica “perfetta” – portata avanti da due attori molto “belli”, Ali MacGraw et Ryan O’Nealha profondamente scioccato il pubblico di tutto il mondo. Per la somiglianza del soggetto – una grande storia d’amore messa in pericolo dall’arrivo del cancro – possiamo temerlo L’amore nel presente non conosce un destino simile: un grande successo popolare (anche se nella nostra epoca in cui il cinismo regna sovrano, siamo altrettanto estasiati dalla forza del sentimento amoroso?), ma una rapida esclusione dalla “memoria” di critici, cinefili e Cinema in generale. Tuttavia, il nuovo lungometraggio John Crowleyregista inglese noto soprattutto per Brooklynun film “sensibile” ma piuttosto cautamente accademico, ci sembra meritevole non solo di essere visto, ma anche di difeso.

Perché, a differenza Storia d’amore – O Hiller a volte ha avuto la mano pesante: ecco un film che sconvolge senza tante storie. E diversamente Brooklyncarino ma innocuo, abbiamo la sensazione uscendo dal cinema L’amore nel presente avrà impresso in noi sensazioni profonde e durature. Quindi sì, una campagna di Marketing ben fatta ci racconta Viviamo nel tempo (titolo originale del film, pertinente all’argomento, mentre il titolo francese è in realtà un’interpretazione errata) come un’opera “luminosa e malinconica”, “portata da sorprendenti interpretazioni di Firenze Pugh et Andrea Garfield“. Il che non è falso, ma non sottolinea ciò che qui è importante, vale a dire i misteri del tempo, i giochi della memoria in relazione ai capricci della vita e ai capricci del destino. E soprattutto la traccia che lasciamo nell’esistenza degli altri… Una traccia unica, anche se in fondo si tratta solo di imparare a rompere “correttamente” le uova quando si prepara una torta.

Oppure, a prima vista, Viviamo nel tempo potrebbe sembrare contento di raccontare una storia d’amore classica, un banale “Boy Meets Girl”. Stephen è un dirigente della Weetabix, un’azienda britannica di cereali per la colazione: è soprattutto un uomo tanto razionale e con i piedi per terra quanto tormentato. Casualmente (letteralmente) incontra Alice, una giovane chef che sta rapidamente scalando le scale del successo e del riconoscimento nel mondo della gastronomia. È luminosa, dinamica, combattiva, vibrante, divertente, ma nasconde le proprie crepe. Il loro paradossale colpo di fulmine, poi la loro relazione, iniziata con toni leggeri e simpaticamente banali, si svolge seguendo le “solite” fasi della costruzione di una coppia, poi una vita con un figlio, nel mezzo dell’alta società bianca. Borghesia britannica. Ma ci rendiamo subito conto di ciò che distingue Viviamo nel tempoè il suo rifiuto delle convenzioni del genere (è quindi una sorta di anti-Storia d’amoreInfatti). Non ci soffermiamo su gesti grandiosi o cliché romantici, ma ci concentriamo sui piccoli dettagli, su quegli attimi fugaci e universali che costituiscono il tessuto della nostra esistenza: un sorriso, uno sguardo, un’esitazione, tutto ciò che non necessariamente imprime la memoria ma costituisce l’essenza della nostra umanità…

… Fino allo spostamento rappresentato dall’arrivo della malattia, che minaccia la coppia, e li proietta verso qualcos’altro: un’esplorazione struggente di ciò che perderemo, di ciò di cui rimpiangeremo, e soprattutto di ciò che resterà, nonostante tutto. L’ottima idea di Crowley e il suo sceneggiatore Nick Paynenon è passare linearmente dalla commedia romantica al melodramma lacrimoso, ma scegliere una struttura narrativa frammentata, che possa riflettere i temi del film: giocando con il tempo e i ricordi, ma in modo fluido (rassicurarvi, anche se il lo spettatore deve sforzarsi di ricomporre il puzzle della storia che qui gli viene raccontata in disordine, non si “perde mai”), Crowley ci invita a mettere in discussione il modo in cui diamo forma alla nostra vita attraverso le nostre scelte e le nostre rinunce. Soprattutto, Viviamo nel tempo evita risposte facili, preferendo darci la libertà di trarre le nostre conclusioni… E quindi, anche, la libertà di riflettere sulla nostra stessa esistenza, sulle nostre stesse decisioni.

Anche se ripeteremo qui i commenti di marketing del film, è necessario evidenziare la sorprendente alchimia sullo schermo tra Firenze Pugh et Andrea Garfieldche danno vita ad una coppia che, la maggior parte delle volte, non ha bisogno di parole per esistere. Lo sapevamo già Pug è stata una grande attrice, affascinante anche nei film meno belli: colpisce ancora una volta per la sua capacità di trasmettere con naturalezza e semplicità una gamma molto ampia di emozioni. Garfielddi cui dimenticheremo generosamente l’Uomo Ragno che era, si è rivelato tardi, dal Silenzio Di Scorsesema soprattutto della serie Sotto lo stendardo del cielo : consegna qui una delle performance più delicate della sua carriera. La sua disarmante vulnerabilità rende ogni momento sullo schermo un’esperienza commovente e commovente.

E Viviamo nel tempo purtroppo non è il capolavoro che avrebbe potuto essere, lo è John Crowley abusa qua e là di immagini quasi “pubblicitarie” nella descrizione di cosa sia la felicità di essere innamorati, di vivere insieme, di fondare una famiglia: mentre la sua sceneggiatura, i suoi dialoghi e i suoi interpreti evitano con eleganza tutti gli stereotipi che temevamo, le ambientazioni , la luce, l’immagine in generale non hanno la stessa intelligenza.

Ma non è una tragedia, perché nonostante queste poche scorie, Viviamo nel tempo risuona in noi molto tempo dopo i titoli di coda: ci invita ad abbracciare la nostra vita in tutta la sua complessità, in tutta la sua tristezza e la sua bellezza.

Eric Debarnot

L’amore nel presente (Viviamo nel tempo)
Film in coproduzione franco-britannica di John Crowley
Con: Andrew Garfield, Florence Pugh, Grace Delaney
Genere: romantico, drammatico
Durata: 1h48min
Data di uscita nelle sale: 1 gennaio 2025

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