Una frana di fango proveniente da una vecchia miniera durante le inondazioni di ottobre ha causato l’inquinamento da metalli pesanti a Savas, nell’Ardèche. Il comune, d’intesa con la prefettura, ha attuato diversi divieti.
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A Eteize, nel comune di Savas, Justine Lantheaume non nasconde la sua preoccupazione. “Ho paura per i miei figli, non osiamo nemmeno più farli giocare fuori, non sappiamo cosa rischiano.” spiega questa madre, che ha appena saputo che i cumuli di pietre che hanno devastato il suo giardino due mesi prima durante l’episodio di ottobre delle Cévennes, sono carichi di metalli pesanti. “L’alluvione ha prosciugato tutta la terra che usciva dalle miniere, ecco quello che abbiamo dovuto rimuovere.” aggiunge, indicando il danno al suo giardino.
In questo comune dell’Ardèche, pochi metri sopra il paese, si trova un’antica miniera di piombo abbandonata. Una frana di fango causata dalle forti piogge dello scorso ottobre nella regione ha trasportato tonnellate di macerie da quest’ultima al cuore del borgo, inquinando tutto sul suo cammino. Un disastro prevedibile per alcuni residenti, che non nascondono la rabbia. “Quello doveva succedere comunque. Da 20 anni diversi municipi non hanno mai effettuato alcuna manutenzione. Hanno canalizzato gli ugelli ma non basta, possiamo fermare il fuoco, ma non possiamo fermare l’acqua.” spiega Jean-Marie Lantheaume, residente a Eteize.
L’inquinamento provocato dalla frana si è diffuso al punto da contaminare gli orti degli abitanti del villaggio. “Ecco, tutta questa è una produzione che finirà nel cassonetto poiché non sono più consumabili. Abbiamo avuto i risultati dei test e le tariffe sono molto alte” si rammarica Michael Jarre, un residente, mentre scavava il suo orto che è diventato un cimitero vegetale.
Qui, il terreno e l’acqua sono stati messi alla prova lo scorso novembre. I risultati sono stati resi noti dalla prefettura mercoledì 25 dicembre. Il Comune, d’intesa con la prefettura, ha immediatamente emesso un decreto esecutivo. “I risultati delle analisi sull’aspetto “suolo” hanno evidenziato tenori da elevati a molto elevati di metalli pesanti, principalmente piombo, zinco, arsenico e cadmio. precisa la Prefettura nel suo decreto. Man mano che ci si allontana dalla miniera, i livelli di metalli pesanti diminuiscono.
“I tempi sono da definire con i servizi dello Stato, abbiamo previsto di incontrarci all’inizio dell’anno per realizzare i primi lavori di emergenza, poi bisognerà fare studi più ampi per risolvere o trovare alternative per quanto riguarda presenza di questa miniera” spiega Daniel Guiot, deputato all’urbanistica del municipio di Savas. Dopo le inondazioni di ottobre, la città ha chiesto il riconoscimento come calamità naturale.
Fino ad allora, il municipio sta lavorando per programmare la pulizia dei rifiuti minerari nei giardini dei residenti.