Dopo due anni di consultazioni, il ministro della Giustizia marocchino, Abdellatif Ouahbi, ha presentato il 24 dicembre 2024 le linee generali di un’ambiziosa riforma del codice della famiglia, o Moudawana. Adottato nel 2004, questo testo è stato criticato per il suo approccio patriarcale, giudicato non al passo con le aspirazioni moderne. La revisione prevede più di un centinaio di emendamenti volti a rafforzare i diritti delle donne e dei bambini. Tuttavia, queste proposte devono ancora essere convalidate dal Parlamento, un processo per il quale non è stato specificato il calendario.
Matrimonio tra minorenni: una riforma attesa, ma incompleta
Uno degli aspetti più attesi riguarda il matrimonio dei minorenni. D’ora in poi le esenzioni per il matrimonio delle ragazze saranno autorizzate solo a partire dai 17 anni, rispetto ai 15 anni precedenti. Se questa misura riduce gli abusi legati ai matrimoni precoci, non è all’altezza delle richieste femministe, che ne chiedono un divieto totale.
Fouzia Yassine, membro dell’Associazione democratica delle donne del Marocco, ha dichiarato al quotidiano “Libération”: “La persistenza delle eccezioni concesse dai giudici per i matrimoni delle ragazze di 17 anni è inaccettabile. » Per gli attivisti, solo la completa eliminazione delle esenzioni garantirebbe una reale tutela dei diritti delle ragazze.
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Tutela dei minori e poligamia: progressi, ma restano i timori
Altro punto importante della riforma riguarda la tutela dei figli, tradizionalmente riservata al padre. D’ora in poi verrà condiviso tra entrambi i genitori, anche dopo il divorzio. Inoltre, le madri divorziate non perderanno più la custodia dei figli in caso di nuovo matrimonio.
Ghizlane Mamouni, presidente dell’associazione Kif Mama Kif Baba, esprime però delle riserve: “Se l’accordo di entrambi i genitori diventasse necessario per prendere decisioni, ciò potrebbe complicare le cose anziché promuovere il progresso dei diritti dei bambini. » La questione dell’applicazione pratica di questa misura, in un sistema ancora patriarcale, rimane una delle principali preoccupazioni.
Quanto alla poligamia, anche se limitata nel testo attuale, resta autorizzata. Le nuove proposte ora richiederebbero l’accordo esplicito della moglie per includere questa clausola nel contratto di matrimonio.
Rispetto ad altri paesi in cui l’Islam è integrato nella Costituzione, questo quadro segna un notevole progresso. Tuttavia, le attiviste femministe ritengono che questa pratica, per la sua natura iniqua, dovrebbe essere abolita. “Una riforma che resta intrappolata tra riferimento religioso e diritti umani universali”, riassume Ghizlane Mamouni.
Legacy: l’uguaglianza ancora lontana
Per quanto riguarda la delicata questione dell’eredità, dove attualmente le donne ricevono la metà della quota degli uomini, è stata introdotta un’alternativa. Permette donazioni illimitate agli eredi, compresi i minorenni. Questo provvedimento, pur incoraggiante, non mette in discussione la regola generale della disuguaglianza ereditaria tra i sessi, denunciata con forza dagli attivisti e da molte donne marocchine.
Tra modernità e tradizione: un delicato equilibrio
Questa riforma, avviata nel 2022 dal re Mohammed VI, illustra le tensioni tra modernizzazione e rispetto delle tradizioni religiose. Il monarca ha riaffermato che questo testo modificato deve basarsi su “principi di giustizia, uguaglianza, solidarietà e armonia” con i precetti dell’Islam e i valori universali.
Anche se queste riforme segnano un progresso, rimangono insufficienti agli occhi delle attiviste femministe, che chiedono cambiamenti più radicali per garantire una reale uguaglianza. Per Ghizlane Mamouni: “È necessario prendere una posizione chiara per andare avanti. »