Il suo gioco preferito è quello di tenere il resto del mondo sull’orlo di una crisi di nervi permanente
Federico Rampini / Corriere Tv / CorriereTv
Ci risiamo. Sembra di essere tornati indietro di otto anni al primo Donald Trump. Ci risiamo con il suo gioco preferito, che è quello di tenere il resto del mondo sull’orlo di una crisi di nervi permanentebombardando i paesi alleati, amici o antagonisti, con degli annunci che altrove provocano agitazione. E negli ultimi giorni abbiamo avuto la sua proposta, richiesta, pretesa che i paesi europei membri della NATO aumentino le spese per la difesa fino al 5% del PIL, che – per un paese come l’Italia – significa più che triplicare il livello attuale in spese militari.
Trump ha detto che gli Stati Uniti dovrebbero prendere il controllo del Canale di Panama perché quello che stanno pagando come affitto attualmente allo stato di Panama è esoso. Ha detto che dovrebbero prendersi Groenlandia perché quella terra è troppo strategica per lasciarla in mano alla piccola Danimarca. Infine, di recente si è messo a parlare del Canada come del 51esimo stato degli Stati Uniti e quando cita il suo premier attuale, Justin Trudeau, lo definisce governatore.
Siamo, in alcuni di questi casi, ovviamente sul terreno della provocazione. E lui si diverte un mondo a vedere l’effetto che fa. Però non è soltanto un gioco perverso, spettacolare, irresponsabile, se volete. C’è una logica in questa follia.
Mettendo il resto del mondo in questo stato permanente, sull’orlo di una crisi di nervi, nell’attesa spasmodica di capire quanta parte di provocazione ci sia nelle sue parole, quanto invece possano preannunciare delle vere posizioni negoziali. persegue per l’appunto una sua tattica negoziale preferita. È un modo per destabilizzare e quindi rendere più insicuri e più deboli i suoi interlocutori, che siano amici, alleati, nemici, antagonisti, rivali. Non importa. È una sua tattica psicologica che persegue con una certa efficacia, a giudicare dai risultati. E allora, forse, chi è il destinatario di questi messaggi destabilizzanti dovrebbe imparare finalmente a maneggiare il personaggio Trump, che non è cambiato rispetto a otto anni fa.
Occorre un manuale di istruzioni per l’uso di Donald Trump.
23 dicembre 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA