Moncada: “Potevamo prendere Vinicius e Bellingham ma c’era il Real Madrid”

Moncada: “Potevamo prendere Vinicius e Bellingham ma c’era il Real Madrid”
Moncada: “Potevamo prendere Vinicius e Bellingham ma c’era il Real Madrid”
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Il dt dei rossoneri: “Vedo come sfida personale prendere giocatori sottovalutati, come Reijnders, e farli rendere al massimo livello”

22 dicembre – 16:28 – MILANO

Nel lungo documento redatto sul Milan dalla Harvard Business School, oltre alle parole di Cardinale e Furlani, c’è una parte dedicata anche al mercato. A parlare è Geoffrey Moncada, direttore tecnico del Milan, specializzato nello scouting. “Abbiamo provato a ingaggiare, all’epoca 17enne, Vinicius Jr. e Jude Bellingham quando ne aveva 20, ma non potevamo competere con il Real Madrid – ha detto Moncada -. Dobbiamo accettarlo. Negli ultimi anni abbiamo portato grandi giocatori al club, e come ex scout vedo come una sfida personale l’obiettivo di prendere giocatori sottovalutati e farli rendere al massimo livello”.

il direttore tecnico

Moncada ha poi parlato del suo ruolo: “Il direttore tecnico è il collegamento tra l’allenatore, i giocatori e il resto del lato sportivo da una parte e quella commerciale dall’altro – ha detto Moncada -. Rispondo a Furlani e parlo con lui ogni giorno, più volte al giorno. Cerco di condividere quante più informazioni possibile. Come stanno i giocatori? Di cosa abbiamo bisogno per il futuro? Quali contratti dobbiamo cambiare? Cosa possiamo migliorare nel reparto medico o nel settore giovanile? Abbiamo una squadra di dieci scout che lavorano con noi: cinque sono in Italia e cinque all’estero, e abbiamo gente che analizzati i dati a Casa Milan che ci aiutano a trovare giocatori”.

moneyball

Moncada ha poi commentato sui contatti con Billy Beane, l’ideatore del Moneyball: “Ci fa domande, ci dà idee e ci aiuta a trovare buoni giocatori con i dati di Zelus (compagnia di analisi dati dei giocatori, ndr.) ma la decisione finale su un giocatore non si basa mai solo sui numeri”. Infine, la spiegazione dei profili ideali per il Diavolo, usando Reijnders come esempio: “Stiamo prendendo rischi calcolati con giovani giocatori piuttosto che acquistare grandi nomi con stipendi elevati. Forse non avrai un successo immediato in questo modo, ma costruisci per il lungo termine. Reijnders giocava nel campionato olandese e siamo stati gli unici a puntare su di lui. Ti chiedi: è un grande giocatore, perché nessuno lo vuole? Siamo riusciti a prenderlo a un ottimo prezzo. E ora è titolare da noi e gioca per la sua nazionale”.

scaroni

Non potevano mancare le parole del presidente Scaroni, che ha commentato il ruolo di Furlani: “Quando lavori per una società di investimento il tuo lavoro è guardare i numeri. Quando lavori come Ceo in un club come il Milan, il tuo compito è guardare le persone. Il tuo primo dovere quando gestisci un’organizzazione è motivare le persone. E non lo impari facendo l’investment banker. Quindi è una dura curva di apprendimento per Furlani, ma è un ragazzo molto intelligente”.

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stefanelli

C’è spazio anche per Riccardo Stefanelli, membro del Consiglio d’Amministrazione rossonero: “Far comprendere ai tifosi più appassionati quanto sia importante per noi creare valore in cinque o dieci anni invece di cercare di vincere subito il titolo di Serie A. È una grande sfida. I nostri tifosi non sono molto convinti di questo tipo di processo”. Poi sul nuovo stadio: “Ci consentirebbe di prendere un evento come una partita di 90 minuti e di trasformarlo in un luogo dove trascorrere quattro o cinque ore. Se limitiamo il nostro business ai circa 40 euro che i tifosi pagano in media per il biglietto, non cresceremo. Abbiamo bisogno di luoghi dove possano mangiare e bere, dove possano acquistare merchandise, e dobbiamo avere aree di ospitalità aziendale adeguate. Inoltre, abbiamo bisogno di uno stadio che viva 300 giorni all’anno”.

Gazzetta dello Sport

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