“Mi piace la parola pacificatore. Credo di pace ci sia bisogno, nel calcio italiano”. Parole e musica di Ezio Simonelli, diventato da poche ore il nuovo presidente della Lega Serie A con 14 voti a favore, anche se la sua proclamazione è stata bloccata fino all’annuncio ufficiale arrivato ieri: “Ma giuridicamente la proclamazione non esiste. Speravo che con un gruppo così solido di società a sostenermi, la mia elezione fosse un momento per unire la Lega”, dice ai microfoni de La Repubblica.
Simonelli, invece dopo la sua elezione è scoppiata una battaglia.
“Nello sport si combatte lealmente per vincere e poi con altrettanta lealtà e onestà si fanno gli onori al vincitore. Qui il combattimento non è stato molto leale. Ero pronto a fare un discorso di conciliazione, non per dire “sarò il presidente di tutti”, che è quello che dice chi poi fa il presidente di qualcuno. Io dico che sarò un presidente che ascolta le istanze di tutte e 20 le società, non solo di due o tre. Ci saranno volte in cui gli interessi saranno in contrasto e bisognerà trovare mediazioni”.
Sarà utile anche per presentare le richieste del calcio alla politica?
“Ai miei sostenitori dicevo: un conto è presentarsi ai tavoli del governo con una presidenza forte, un’altra con una maggioranza di 11 voti in cui dopo due mesi una o due squadre che ti hanno votato sono in serie B”.
Quali sono le istanze che vorrà presentare al governo?
“In questa fase c’è una disponibilità del governo ad ascoltarci. I temi da presentare sono il ripristino del decreto crescita per gli sportivi, che ridurrebbe la tassazione su chi arriva dall’estero. La possibilità di sponsorizzazioni da società di scommesse. La lotta alla pirateria, su cui la Lega sta già ottenendo molti risultati. La nomina di un commissario per il problema stadi, che credo sia nelle corde di questo governo e del ministro. Anche a Milano Cortina, dove sono nell’organismo di vigilanza, ho visto che il commissario sulle opere è stato davvero utile”.
Bene, ma solo venerdì la Lega si è spaccata sulla sua nomina.
“Ho trovato allucinante quello che è successo dopo il voto. È la prima volta che viene eletto un presidente e non lo si chiama a ringraziare”.
Non solo: il suo predecessore ha convocato un Consiglio di Lega per stabilire se lei ha i requisiti di indipendenza.
“Ho già detto alle società che quel Consiglio di Lega è stato illegittimamente convocato. Non ci sarà nessun giudizio su candidati e indipendenza. Ho presentato l’autocertificazione come da Statuto, chi pensa io abbia mentito può denunciarmi, ma io so di aver certificato il vero. Nelle società quotate si verifica l’indipendenza dei consiglieri, non di uno ma di tutti: se servirà, verificheremo l’indipendenza di tutti i consiglieri appena sarà costituita la governance”.