Domani il manager eletto vuole iniziare il mandato in Lega o si rivolgerà alla procura Figc. Il numero uno uscente aspetta il Consiglio per proclamarlo
Giornalista
22 dicembre – 08:34 – MILANO
È bastata una mail per esasperare lo scontro: una pec – posta elettronica certificata, con valore legale – inviata da Ezio Simonelli ad alcuni destinatari della Lega, dal vice presidente Percassi ai consiglieri. Oggetto: presidenza di Lega. All’interno l’annuncio di accettazione della carica, dopo che l’ex reggente della A venerdì era stato votato da 14 società, quanto basta per raggiungere il quorum. In più la comunicazione di avvenute dimissioni dagli incarichi ritenuti incompatibili con il nuovo ruolo, perché potenzialmente in conflitto di interessi. Dunque Simonelli si è “licenziato” dalla carica di sindaco supplente in Fininvest e di sindaco in Mondadori (Emilio Gatto già subentrato al suo posto), società legate al Monza. Un documento che per Simonelli e i suoi sostenitori è completo così. Il manager intorno a cui si è raccolta la maggioranza ha provveduto in fretta a interrompere ogni rapporto, anche indiretto con le società rappresentate in assemblea, come disposto dall’articolo 10 dello Statuto di Lega a proposito della necessaria indipendenza del presidente. L’articolo 14 gli concedeva due settimane di tempo: lo ha fatto in poche ore.
Dichiarazione
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Lo stesso documento è invece giudicato incompleto dall’altra parte. Lorenzo Casini, che si ritiene presidente finché la controversia non sarà risolta, ha letto la mail anche se il suo indirizzo non figurava tra i destinatari. Un atto che per lui non è sufficiente a soddisfare i requisiti di totale autonomia e cioè del «non aver alcun rapporto a qualsiasi titolo con le società associate e o con gli azionisti di riferimento»: per essere ineccepibile avrebbe dovuto essere integrato con una dichiarazione di totale indipendenza anche per quanto riguarda la semplice attività professionale (quella di commercialista legato alla famiglia Berlusconi), oltre al riferimento ai ruoli effettivi da cui ha rassegnato le dimissioni. Una parte che per i sostenitori di Simonelli è già chiaramente esposta, nero su bianco. E che invece Casini continua a rivendicare, con un invito ulteriore: se la riceverà nelle modalità corrette, sarà disposto a “sconvocare” il Consiglio indetto due giorni fa e fissato per venerdì 27, e proclamare ufficialmente Simonelli suo successore. Anche perché il Consiglio ha potere solo consultivo: qualora giudicasse Simonelli ineleggibile, la questione tornerebbe in assemblea. Assemblea che però si è già esposta: il vicepresidente Percassi ieri in una nota ha confermato l’avvenuta elezione. Diverso il caso in cui voglia essere proprio Simonelli a convocare il Consiglio che giudichi la sua stessa posizione: una stranezza.
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settimana di fuoco
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Il Consiglio resta programmato per il fine settimana. Ma già lunedì sarà un giorno chiave, addirittura senza precedenti. Casini invierà gli atti ai consiglieri per chiedere loro che siano giudicati nella riunione che anticiperà il week-end. Ricordando che il presidente è eletto ma non proclamato proprio in attesa di questo passaggio, come da verbale dell’ultima assemblea. E Simonelli? Si presenterà negli uffici milanesi della Lega, deciso a dare inizio al mandato. Se troverà ostacoli sulla sua strada è pronto a coinvolgere la Procura Federale perché entri in azione per rimuoverli. Un altro discorso è che, una volta in carica, sia poi una delle sei società contrarie a impugnare la nomina di Simonelli e dare avvio a un nuovo iter legislativo. Nessuno se la sente di escluderlo, anzi.
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