Incoraggiato da un inizio brillante della partita che lo ha portato rapidamente in vantaggio di due gol, il PSG ha logicamente vinto contro l’OL (3-1) nonostante un tempo lento prima dell’intervallo. Uno sguardo alle prestazioni individuali dei parigini caso per caso.
Donnarumma: Come troppo spesso, la prima occasione dell’avversario è finita in fondo alla sua rete e l’italiano avrebbe potuto anche vedere finire lì la sua partita vista la sua reazione sproporzionata dopo il gol di Mikautadze. Ha continuato il gioco ed è riuscito a respingere un tentativo difficile di Veretout. Nel finale è stato impeccabile anche sul tiro di Fofana. Ai piedi, ha assicurato.
Giudice: Capitano della serata, il marocchino era nel pieno della sua buona prestazione a Salisburgo e lo si è visto quando il PSG era nei suoi periodi di dominio. Gare, tante proiezioni verso la porta avversaria, alcune prese di palla di altissimo livello, una grande partecipazione in un gol negato di poco e anche una prestazione difensiva nel complesso piuttosto buona. Problema, Hakimi è stato davvero in difficoltà durante il clou del Lione: errori difensivi, errori tecnici nelle giornate no, il marocchino ha quasi rovinato tutto come la sua squadra in brevissimo tempo.
Beraldo: Partito titolare a sorpresa nell’asse destro della difesa tre settimane dopo la sua ultima partita, il brasiliano è stato per la maggior parte del tempo con il piede debole e questo si è visto nel suo uso della palla. Lui, che è un tecnico nel complesso molto affidabile, ha sbagliato qualche passaggio e ha offerto diverse contropalle all’OL. In difesa, paradossalmente, non è stato poi così in difficoltà visto che il Lione ha attaccato raramente nella sua zona. Nel complesso, l’abbinamento con Pacho ha funzionato abbastanza bene.
Marquinhos lo ha sostituito nel finale di gara mentre il connazionale cominciava ad essere sul filo del rasoio e il solito titolare ha fatto un ottimo ingresso. Fin dal suo primo intervento, ha fatto sentire che il livello si era appena alzato e ha regalato una mezz’ora intera di buona prestazione, pulita ed efficace.
Là : L’ecuadoriano aveva davanti a sé un buon cliente con il tecnico e mobile Mikautadze e quest’ultimo ha sofferto quando ha incrociato il difensore del PSG. Nei duelli, Pacho è stato altrettanto spesso impeccabile, vincendoli quasi tutti sia a terra che in aria. Il mancino è riuscito anche a siglare qualche intervento tutt’altro che scontato, ma non necessariamente ha difeso molto bene sul gol subito, oltre a sbagliare la ripartenza in avvio di azione. Il suo punto debole è chiaramente l’uso della palla, e questo domenica si è visto regolarmente. Ma quando si tratta di difendere, Pacho è un punto forte.
Nuno Mendes: Come nelle ultime partite, il portoghese ha beneficiato di molta libertà sul lato sinistro e ne ha approfittato soprattutto all’inizio della partita, quando il Paris attaccava forte. È quindi lui a ritrovare Doué prima del rigore inflitto. Mendes ha poi sfruttato perfettamente la sua velocità sia per attaccare che per difendere. Ma anche lui è stato coinvolto nella bufera del Lione prima dell’intervallo: totale dimenticanza sul gol del Lione, ripartenze bloccate, intervento discutibile in area, il portoghese ha commesso una serie di errori in maniera incredibile. Il suo inizio di secondo tempo è stato più positivo, fortunatamente, ma non al livello dell’inizio partita.
Hernandez lo ha sostituito nell’ultima mezz’ora e il mancino francese ha subito portato la sua energia e il suo vizio. Dopo i primi minuti, però, ha mostrato molta approssimazione e i lionesi avrebbero potuto approfittarne con un po’ più di precisione.
Vitina: Sentinella parigina, il portoghese si è distinto inizialmente soprattutto per il suo rigore trasformato nello stile di un ex maestro locale e per la sua capacità di coprire Mendes sulla sinistra. In un ruolo molto libero nel primo tempo, ha servito la partita ma improvvisamente è scomparso completamente quando l’OL ha spinto forte. Nella ripresa, invece, Vitinha ha dominato totalmente le discussioni: tutti gli attacchi del PSG lo hanno attraversato, il suo petto gli ha permesso di essere in tutti i punti caldi e la sua tecnica gli ha permesso di far correre il Lione nello spazio. Alla fine una bella ascesa al potere.
Zaire-Emery: Tornato al ruolo di terzino destro, è partito forte come ha fatto il PSG, vincendo duelli su tutto il campo mentre penetrava in area. Se a volte si è fatto da parte durante la partita per lasciare che i suoi compagni guidassero la manovra, non è caduto prima dell’intervallo, anche se Cherki lo ha dominato prima del gol, e il suo incredibile rilascio di palla davanti alla sua difesa sotto pressione ha addirittura riportato indietro la sua squadra. nella giusta direzione. Nella ripresa è stato nuovamente questo centrocampista affidabile, complementare agli altri due. E quando l’avversario ha tirato fuori la lingua alla fine della partita, ha continuato a correre e portare la palla in avanti.
João Neves: Ancora una volta schierato come giocatore della staffetta di sinistra, il portoghese ha iniziato alla grande la partita ed è stato subito ovunque, recuperando palloni con la sua consueta aggressività e dirigendo il gioco parigino. Accattivante e generoso, ha ampiamente contribuito al grande avvio di gara dei parigini, anche se non presente nelle azioni decisive. Meno vincente il suo secondo tempo, anche se in difesa è sempre stato altrettanto valido, ma il suo peso in partita è stato minore e i suoi passaggi nell’area avversaria non sono stati necessariamente i più vincenti.
Lee: Ripartendo nel ruolo di ala destra piuttosto vicino alla linea, ha prodotto un incontro abbastanza simile ai precedenti. Difficile biasimarlo per il minimo errore tecnico, dato che il sudcoreano è spesso impeccabile in questo campo, cosa che permette ai suoi compagni di combinarsi costantemente con lui. Ma quando arrivava il momento di fare la differenza con il passaggio o nell’ultimo gesto in porta, era un peso per la sua squadra. Troppo lento nel decidere, troppo accademico con la palla, troppo prevedibile, non è riuscito a rappresentare un fattore positivo per la sua squadra mentre si avvicinava la porta avversaria.
Barcola lo ha sostituito e ha sferrato un bel pugno con le gambe sul fianco sinistro, costringendo la retroguardia del Lione a corrergli dietro. Ma se l’esterno correva molto e provocava, spesso l’esecuzione non c’era e l’OL spesso riusciva a coglierlo al termine delle sue azioni. E quando è riuscito a sfidare Perri, il telaio è scivolato.
Dembelé: È stato al centro che è rientrato il solito esterno e ha saputo idealmente come iniziare la sua partita poiché, dopo un errore, è riuscito ad aprire le marcature assicurando. In questo ruolo in cui ha toccato meno palloni del solito, ne ha regalati alcuni molto interessanti ai compagni visto che Lee o Barcola avrebbero potuto segnare su suoi passaggi. Ma non tutto è stato perfetto e il suo passaggio sulla fascia destra per buona parte del secondo tempo non ha mostrato il solito filo, con tante perdite di palla e difficoltà nell’innescare azioni positive. Per una partita di ritorno, questo basterà.
Fabiano Ruiz sostituito a fine partita in un insolito ruolo di ala destra che Luis Enrique non gli faceva ricoprire da più di un anno, ha fatto un buon ingresso. Ha avuto anche il tempo di farsi coinvolgere nell’ultimo gol.
Dotato: Schierato sulla sinistra, l’esterno spreca un contropiede in entrata ma è probabilmente l’unico errore della prima mezz’ora. Semplicemente inafferrabile, ha ribaltato la partita la prima volta con la sua superba corsa ad aprire le marcature, poi la seconda volta andando su rigore. Buono in attacco e valido in difesa, poi ha camminato sull’acqua ma si è perso nel buco nero prima dell’intervallo con diversi falli evitabili che lo hanno tenuto fuori dalla partita per un po’. Nella ripresa fa più fatica a trovarlo e gli viene negato il bellissimo gol che aveva segnato prima di concludere in mezzo, realizzando delle belle combinazioni con Barcola. Ma è stata soprattutto la prima mezz’ora a trasportarlo in un’altra dimensione.
Gonçalo Ramos lo ha sostituito nel finale di gara e il portoghese si è subito dimostrato collettivo e combattivo. Questo atteggiamento molto positivo non è stato smentito visto che è lui all’origine e alla conclusione del terzo gol parigino, mostrandosi di volta in volta recuperatore, passatore e realizzatore. Con un altro gran finale.