Domenica la Compagnia petrolifera nazionale libica (NOC) ha dichiarato lo stato di forza maggiore in una raffineria di petrolio nella città di Zawiya, a circa 45 km a ovest della capitale Tripoli, a causa dei danni causati dagli scontri armati.
TRIPOLI, 15 dicembre (Xinhua) – La Compagnia petrolifera nazionale libica (NOC) ha dichiarato domenica lo stato di forza maggiore in una raffineria di petrolio nella città di Zawiya, a circa 45 km a ovest della capitale Tripoli, a causa dei danni causati da scontri armati.
“La NOC si rammarica di dichiarare lo stato di forza maggiore e la situazione di emergenza di livello tre (il più alto). Ciò è dovuto al fatto che diversi serbatoi di stoccaggio della raffineria di Zawiya hanno subito danni significativi a seguito di spari nella prima mattinata di domenica. che hanno causato gravi incendi. Questi danni sono la conseguenza diretta degli scontri armati con armi leggere e medie nei dintorni della raffineria”, si legge in un comunicato stampa della compagnia.
Il personale addetto alla sicurezza e alla protezione della raffineria è riuscito a tenere sotto controllo gli incendi e le fughe di gas nonostante i continui scontri intorno alla raffineria, si legge nella nota.
La raffineria di Zawiya, la seconda più grande della Libia, costruita nel 1974, produce circa 120.000 barili di prodotti petroliferi al giorno.
Lo stato di forza maggiore, invocato in circostanze eccezionali, consente alla NOC di esonerarsi da ogni responsabilità in caso di risoluzione dei contratti di fornitura di petrolio.
La NOC ha invitato le autorità competenti a porre fine urgentemente agli scontri e a tenere le installazioni petrolifere fuori dalla zona di conflitto, affermando che il danno ai serbatoi di stoccaggio della raffineria, che contengono materiali altamente infiammabili, costituisce un serio pericolo per la vita dei civili.
L’industria petrolifera libica, che costituisce la spina dorsale della sua economia, è stata spesso impantanata in controversie politiche e conflitti armati dalla caduta del defunto leader Muammar Gheddafi nel 2011.■