REPORTAGE – L’arrivo del Balletto Nazionale dell’Ucraina al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi è un evento tanto culturale quanto politico, tale è l’incredibile resilienza degli artisti. Li abbiamo seguiti nei loro preparativi. Tra prove e allerte aeree.
Questo articolo proviene dalla rivista Figaro.
Suonano le sirene, gli allarmi si moltiplicano, i cellulari avvisano di un pericolo imminente, ma tutti restano calmi. I ballerini si esercitano alla sbarra, l’orchestra prova in platea e i cantanti vocalizzano nella loro sala prove. Come se nulla fosse successo. Incredibile la resistenza degli ucraini la cui Opera e Balletto sono diventati il simbolo di una vita che continua. I loro artisti incarnano a modo loro questa incredibile resilienza che il mondo non smette mai di ammirare.
Invece di abbandonare le loro attività, si adattarono al caos del conflitto: ridussero le sette rappresentazioni settimanali a cinque spettacoli: due balletti e tre opere. Hanno limitato a 500 il numero degli spettatori di questo superbo teatro all’italiana, che può accoglierne 1.000. La misura è pragmatica: questa cifra corrisponde alla capacità di accoglienza dei rifugi. Dall’inizio di dicembre, l’indicatore…
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