Violenza domestica a Compiègne. “È lei che fa di tutto per portarmi lì…”

Violenza domestica a Compiègne. “È lei che fa di tutto per portarmi lì…”
Violenza domestica a Compiègne. “È lei che fa di tutto per portarmi lì…”
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Foto d’illustrazione: Mart Production / Pexels.

“Lei è l’unica nel mio cuore… È lei che fa di tutto per portarmi fin lì…”. È con queste parole che Mohamed Abdou Chafi giustifica la violenza commesso sul suo ex coniugeha Compiègne. Giovedì 12 dicembre è comparso per aver commesso violenze per diversi anni sul suo ex compagno. Verrà condannato a dodici mesi di carcere dopo la sua immediata comparizione.

In una relazione da cinque anni, la donna ha chiarito in custodia di polizia che il suo compagno era violento quando “era arrabbiato o sotto l’effetto di alcol e cannabis”. All’epoca era incinta e dovette abortire.

L’imputato è accusato di aver isolato la giovane dai suoi cari, di averla insultata, strangolata e colpita al volto al punto che la vittima ha perso un dente. Il denunciante ha addirittura tentato il suicidio, precisa il legale della parte civile.

La madre convince la figlia a chiamare la polizia

La giovane, che non ha avuto la forza di presentarsi al processo, ha avuto difficoltà a considerarsi una vittima. È stata proprio la madre che, recandosi nell’appartamento della coppia, ha notato che la figlia “aveva una faccia buffa”. La madre ha poi convinto la figlia a chiamare le forze dell’ordine. Seguì un difficile arresto.

Mohamed Abdou Chafi spiega che “tutte le coppie hanno problemi” e non si considera violento. Descrive la sua ex compagna come una persona “che veniva solo quando aveva bisogno di me”. Durante il processo, l’imputato sembrò perdere la parola davanti al giudice. In seguito ha ammesso: “Certo che ci sono state violenze in quegli anni… e me ne scuso”.

“Non hai idea di quanto l’amavo.”

Il giudice chiede all’uomo se gli risulta difficile gestire la propria rabbia. “Voi non sapete nulla, signore di corte, non potete sapere quanto l’ho amata”, esprime l’imputato. Durante la detenzione, mi è mancata così tanto che mi sono fatto male”.

Mohamed Abdou Chafi ha 9 voci nel suo casellario giudiziario. L’ultimo, per furto violento, lo ha portato direttamente in carcere per alcuni mesi. L’uomo di nazionalità egiziana è arrivato in Francia nel 2010 con l’obiettivo di lavorare per inviare denaro alla madre tornata in patria. “Sono stanco della mia vita in Europa, devo partire da qui”, ha detto l’uomo in una situazione irregolare. Vorrebbe “voltare una nuova pagina” e “lavorare per costruire una vita migliore”.

Mohammed Abdou Chafi riceve una condanna a un anno, con il divieto di avere contatti con la vittima per tre anni.

Camille VOLPOETA

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