Secondo l’ultimo rapporto, ancora provvisorio, 14 persone sono morte a Mayotte in seguito al ciclone Chido. Nel locale polo ospedaliero si trovano 9 persone in emergenza assoluta e 246 in emergenza relativa. Segui la situazione in diretta.
Mayotte ha registrato domenica i terribili danni provocati il giorno prima dal ciclone Chido, che ha provocato almeno 14 morti nel dipartimento più povero della Francia, dove si stanno organizzando i soccorsi. Secondo una valutazione molto provvisoria, questo ciclone tropicale di eccezionale intensità ha causato almeno 14 morti nel piccolo arcipelago dell’Oceano Indiano, ha detto domenica mattina all’AFP una fonte della sicurezza. Secondo il sindaco di Mamoudzou Ambdilwahedou Soumaila intervistato dall’AFP, nove feriti sono stati curati al Mayotte Hospital Center (CHM) in assoluta emergenza e 246 in relativa emergenza. Segui la situazione in diretta
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Le principali informazioni da ricordare:
- L’ultimo rapporto provvisorio parla di almeno 14 morti
- Al Chm si registrano inoltre 9 persone in emergenza assoluta e 246 in emergenza relativa.
- Bruno Retailleau atteso lunedì a Mayotte
“Tutto è stato raso al suolo”, raffiche a 226 km/h
Con raffiche osservate a più di 220 km/h, il ciclone Chido è il più intenso che ha colpito Mayotte in più di 90 anni, secondo Météo France. Venti estremamente violenti hanno devastato l’arcipelago con pali elettrici abbattuti, alberi sradicati e tetti in lamiera o tramezzi spazzati via in un territorio dove la precarietà abitativa colpisce almeno un terzo della popolazione.
Il dimissionario ministro dell’Interno Bruno Retailleau ha stimato sabato sera, dopo una riunione interministeriale sulla crisi, che “probabilmente ci vorranno giorni” per “affinare” il bilancio umano. Ma “temiamo che sarà pesante”, ha avvertito, parlando di una “situazione drammatica”. Lo si attende lunedì insieme al suo omologo d’oltreoceano, François-Noël Buffet.
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Il prefetto della Riunione, responsabile della zona di difesa e sicurezza dell’Oceano Indiano meridionale, ha tenuto domenica mattina una riunione di gestione della crisi per coordinare gli interventi di soccorso. Dall’inizio della settimana, 162 soldati della sicurezza civile e vigili del fuoco provenienti dalla Francia andranno a rafforzare i 110 pre-posizionati nell’arcipelago da venerdì.
Da domenica sono operative le rotazioni aeree e marittime per il trasporto di personale e attrezzature mediche. “L’inventario dei bisogni dei servizi di emergenza e delle popolazioni continua per organizzare rotazioni, per tutto il tempo necessario”, indica la prefettura della zona di difesa in un comunicato stampa.
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La situazione suggerisce gravi difficoltà di approvvigionamento idrico in un arcipelago già soggetto a tagli. A Kawéni, un quartiere situato nel comune della “capitale” di Mahoran, Mamoudzou, “tutto è stato portato via, tutto è stato raso al suolo”, ha detto sabato all’AFP Mounira, abitante della più grande baraccopoli francese, la casa è stata distrutta.
Oltre 15.000 case senza elettricità
Secondo la dimissionaria ministra della Transizione ecologica Agnès Pannier-Runacher, più di 15.000 case sono rimaste prive di elettricità. Le telefonate, comprese quelle di emergenza, sono state drasticamente limitate. Chiuso fino a nuovo avviso ai voli commerciali, l’aeroporto, dove le raffiche hanno raggiunto i 226 km/h secondo Météo-France, ha subito ingenti danni, in particolare alla torre di controllo.
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Secondo le spiegazioni di François Gourand, meteorologo di Météo-France, il ciclone Chido è “eccezionale” perché ha colpito direttamente l’arcipelago, mentre la sua potenza è stata potenziata dalle acque particolarmente calde dell’Oceano Indiano legate ai cambiamenti climatici.
Il livello di allerta è stato abbassato da viola a rosso durante la giornata di sabato per consentire l’intervento dei servizi di emergenza, ma il prefetto ha invitato i circa 320mila abitanti di Mayotte a restare “confinati” e “solidariali” in “questa dura prova”. Nell’arcipelago sono state identificate dalle autorità circa 100.000 persone che vivono in “alloggi inadeguati”, in particolare in capanne di lamiera, da accogliere in più di 70 centri di accoglienza di emergenza.