Escluse le esecuzioni dei condannati a morte: “Una parola dissuasiva in uno stato di diritto”, dice Jacquemain Shabani

Escluse le esecuzioni dei condannati a morte: “Una parola dissuasiva in uno stato di diritto”, dice Jacquemain Shabani
Escluse le esecuzioni dei condannati a morte: “Una parola dissuasiva in uno stato di diritto”, dice Jacquemain Shabani
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Contrariamente a quanto annunciato all’inizio della settimana dal Ministro aggiunto della Giustizia e Guardasigilli, i banditi comunemente chiamati al tuo servo non saranno giustiziati dopo la loro condanna a morte. Il vice primo ministro dell’Interno e della Sicurezza, Jacquemain Shabani, ha respinto questo provvedimento, affermando che la Repubblica Democratica del Congo resta uno Stato di diritto.

Giovedì, parlando alla stampa, il capo della Sicurezza nazionale ha spiegato che questo annuncio era solo una strategia volta a scoraggiare questi criminali, autori di numerosi abusi nelle città.

“Charles Pascal disse una volta che dobbiamo sapere come terrorizzare i terroristi che destabilizzano il nostro Paese a livello sociale. Quando sei un manager, a volte devi usare un linguaggio duro, che neutralizza, semplicemente con una parola dissuasiva. È solo in questo senso; altrimenti siamo uno Stato di diritto”, ha chiarito il VPM dell’Interno.

A seguito delle osservazioni di Constant Mutamba, la Commissione nazionale per i diritti umani (CNDH) ha espresso le sue preoccupazioni per il declino del diritto alla vita e il mancato rispetto degli impegni internazionali assunti dalla RDC in termini di diritti umani. In un comunicato stampa, ha ricordato la sua raccomandazione del 26 marzo di non eseguire esecuzioni dei condannati a morte e di avviare riforme giudiziarie. La CNDH invita inoltre lo Stato congolese a ratificare il secondo protocollo facoltativo relativo al Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1989, volto ad abolire la pena di morte.

In un messaggio pubblicato su Per l’ex presidente della Commissione per i diritti umani dell’Assemblea nazionale, “questa sentenza è una soluzione immaginaria che non avrà alcun effetto”.

Inoltre, diversi giovani al tuo servo arrestato nell’ambito dell’operazione “Ndobo” (il gancio in Lingala) continuano a comparire davanti alle alte corti di Kinshasa, in udienze mobili e in procedimenti in flagranza di reato. Quelli al di sotto della maggiore età vengono deferiti ai tribunali dei minorenni, dove saranno anche processati e condannati.

Samir Lukombo

Belgium

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