Principali imputati nel processo a morte di Nadir condannati a 22 anni di carcere

Principali imputati nel processo a morte di Nadir condannati a 22 anni di carcere
Principali imputati nel processo a morte di Nadir condannati a 22 anni di carcere
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Questo sabato, 14 dicembre, la Corte d'assise della Loira Atlantica ha condannato a 22 anni di reclusione penale i tre principali imputati del caso Nadir Marouf. Il quarto uomo, processato per complicità, viene condannato a 15 anni di carcere.

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E' arrivata la sentenza.

Ventiquattr'ore dopo la rSu richiesta del procuratore generale, la Corte d'assise ha stabilito: i tre principali sospettati, processati per rapina violenta mortale, sono giudicati colpevoli nel caso Nadir Marouf.

Vengono pertanto condannati a 22 anni di reclusione penale. Sono inoltre banditi dal territorio francese.

Leggi anche: Chi ha ucciso il giovane Nadir Marouf? Quattro imputati davanti alla Corte d'assise di Nantes

Anche il quarto uomo implicato nel caso, processato per complicità, è stato giudicato colpevole e condannato a 15 anni di carcere. “Mi dispiace per Nadir, ma sono innocente”ha dichiarato sabato mattina sul banco dei testimoni.

Il corpo di Nadir, 18 anni, è stato ritrovato il 9 agosto 2020 nella casa di famiglia a Saint-Sébastien-sur-Loire, polsi e caviglie legati, ferite sul corpo e un cuscino sul viso.

Questa scena macabra è stata scoperta da un amico del giovane. A quel tempo, il resto della famiglia di Nadir era in Spagna in vacanza.

Successivamente, l'autopsia ha concluso che è morto per asfissia. Sono state le tracce del Dna rinvenute sul posto e gli studi telefonici che hanno poi permesso agli investigatori di risalire ai tre principali sospettati, arrestati nei mesi successivi.

Questi tre uomini erano entrati nella casa di famiglia con lo scopo di rubare la somma di 3.700 euro in contanti. Il denaro è stato raccolto durante la perquisizione della moschea Aïcha a Nantes, dove il suocero della vittima è vice tesoriere.

Secondo le parti civili, il “mandante” del furto è un quarto uomo, di 63 anni, che conosceva la famiglia di Nadir e sapeva che suo suocero teneva questi soldi in contanti.

“Quello che emerge dal lavoro investigativo è che non siamo di fronte a un furto andato male, ma a un progetto criminale”, ha poi dichiarato l'avvocato generale nel corso delle sue richieste, venerdì 13 dicembre.

Con Lucie Reynaud, giornalista sul posto.

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